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Nodo intercettazioni, Nico Stumpo, deputato calabrese Pd, non ha dubbi: «Errore dare carta bianca al Governo su una riforma così delicata»
«LA rivoluzione copernicana sull’abuso delle intercettazioni è un punto fermo del nostro programma». Ha le idee molto chiare il ministro Carlo Nordio, su un tema divisivo e spinoso che investe in pieno il mondo della giustizia, sulle osannate e vituperate intercettazioni, che difende per le indagini di mafia e terrorismo, ma condanna nei casi in cui coinvolgono persone non indagate e magari sono oggetto di «meccanismi di divulgazione pilotata».
Anche Nico Stumpo, deputato catanzarese del Partito democratico, non ha molti dubbi.
«È un errore dare carta bianca al Governo su una riforma così delicata, che anziché salvaguardare la necessità di portare avanti le indagini e tutelare i cittadini oggetto di intercettazioni, rischia di trasformarsi in un provvedimento contro i magistrati».
NICO STUMPO E LA POSSIBILE RIFORMA DELLE INTERCETTAZIONI
Ma c’è bisogno di una nuova riforma delle intercettazioni?
«Non credo. Nel 2017, ai tempi del Governo Gentiloni con il ministro Andrea Orlando si era trovato un giusto punto di equilibrio tra le esigenze in campo, ad esempio prevedendo delle garanzie sulla riservatezza delle comunicazioni non rilevanti o contenenti dati sensibili, e infatti la riforma è stata attaccata da più fronti, perché non era schiacciato sulle idee di nessuna delle parti in causa».
Nordio ha anche parlato della necessità di riformare il Codice Penale, opera del fascista Alfredo Rocco e firmato da Mussolini…
«Anche se non credo che sia una priorità del Paese in questo specifico momento, l’apertura di una discussione in Parlamento per la ricerca di una soluzione condivisa sarebbe un passo importante. Apprezzo poi il coraggio del ministro che giudica poco positiva la firma del dittatore fascista ed esalta, nello stesso intervento, quella del partigiano Giuliano Vassalli sul Codice di procedura penale».
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