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Mimmo Varrà, ds della Virtus Rosarno, interviene sulla decisione in merito alla gara con lo Stilomonasterace e parla anche degli arbitri e del designatore

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La vicenda relativa alla gara fra lo Stilomonasterace e la Virtus Rosarno merita un approfondimento e lo facciamo con Mimmo Varrà, ds amaranto, il quale parla anche degli arbitri e della classe arbitrale. Come si ricorderà inizialmente, dopo la sospensione della stessa partita al 25’pt, il Giudice sportivo aveva decretato la vittoria a tavolino del Rosarno. Successivamente, a seguito del ricorso dello Stilomonasterace, la Corte Sportiva d’Appello Territoriale ha disposto la ripetizione della partita. Ci sono alcuni aspetti, tuttavia, che lasciano perplessi, a cominciare dalle dichiarazioni di arbitro e assistente. Dichiarazioni difformi fra i due gradi di giudizio, tanto che gli stessi atti sono stati inviati alla Procura federale per gli accertamenti del caso. Sul comunicato ufficiale numero 61 si legge che “l’arbitro, considerata la situazione ostile e venendo a mancare la serenità e le condizioni psicofisiche per proseguire la gara, sospendeva definitivamente l’incontro emettendo il triplice fischio”. Al contrario, nel comunicato ufficiale numero 71 c’è scritto che sia l’arbitro che l’assistente hanno confermato come “al minuto 25° del primo tempo, non vi fossero le condizioni tali da disporre l’interruzione della partita, stante l’assenza di comportamenti violenti che imponessero la presenza sul terreno di gioco delle forze dell’ordine”.

Ed ancora: tornando al primo comunicato leggiamo testualmente: “La terna arbitrale riusciva a raggiungere lo spogliatoio grazie all’intervento delle forze dell’ordine presenti”. Al contrario, sul comunicato 71 c’è scritto che l’arbitro e gli assistenti hanno dichiarato “che la terna arbitrale è rientrata negli spogliatoi senza l’assistenza di alcuno”. Insomma, qua siamo di fronte a due versioni differenti: non a caso si è attivata la Procura federale.

Il ds del Rosarno Varrà sulla gara con lo Stilomonasterace e gli arbitri

Il direttore sportivo della Virtus Rosarno, Mimmo Varrà parla degli arbitri in generale ed entra nello specifico sulla gara contro lo Stilomonasterace. «Nulla contro la squadra avversaria. Ha fatto valere le sue ragioni. Ma resto perplesso per la duplice versione fornita da arbitro e assistente. Il primo andrà ad arbitrare domenica a Delianuova, mentre il secondo farà da assistente a Capo Vaticano. Mi domando con quale serenità. E qui mi viene anche da aggiungere che rimango perplesso anche su certe designazioni arbitrali. Il designatore dovrebbe essere più attento, invece vedo giovani arbitri mandati allo sbaraglio. Certe sfide complicate o di cartello vengono affidati a ragazzini inesperti”.

Ma poi precisa: “I nostri giovani arbitri in larga parte rimangono i più bravi, però la situazione ultimamente sta sfuggendo di mano. Si lamentano in tanti: un motivo ci sarà». Concludendo sulla gara con lo Stilomonasterace, aggiunge: «Quanto successo dopo questa sfida ha del clamoroso. E fra l’altro ci faranno ripetere la gara dall’inizio, undici contro undici, e non dal 25’, quando si era rimasti in nove (loro) contro dieci (noi). Ma l’aspetto più assurdo riguarda la doppia versione di arbitro e assistente: quando hanno detto la verità? Prima o dopo? Questo è un fatto grave che non può passare inosservato. Qualcuno gli ha detto di dire in un certo modo? I retro pensieri vengono naturali».

La classe arbitrale e il designatore “confuso”

Dopo aver detto la sua su Stilomonasterace vs Rosarno, Varrà parla degli arbitri e del designatore: «Lo vedo confuso. Non può mandare uno scambio per Vigor vs Rende. Non può mandare un arbitro più “esperto” dopo che qualcuno ha subito un torto e si è lamentato. Anche perché il danno è stato comunque fatto. Mai vista prima una cosa simile. Sia chiaro: certi atteggiamenti verso la classe arbitrale non sono ammissibili e non li giustifico. Ma allo stesso tempo registro una lunga serie di polemiche e proteste e allora significa che il problema c’è, è evidente e va risolto. Gli arbitri vanno aiutati principalmente da noi addetti ai lavori, ma anche da parte di chi li guida e non mi sembra invece che quest’ultima cosa stia avvenendo. Che ci si metta bene in testa che le società spendono soldi e fanno sacrifici. E che sono le società stesse, con le loro spese, a tenere in piedi il sistema». E infine: «Comprendo tutto, anche le difficoltà nel gestire certe cose. Ma considerate anche la rabbia, la delusione e lo sconforto di chi si vede costretto ad assistere a situazioni paradossali, assurde, discutibili».

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