L'arrivo di Enza Petrilli a Taurianova
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – È tornata ieri sera nella sua Calabria la campionessa paraolimpica Enza Petrilli che a Tokyo ha conquistato la medaglia d’argento nel tiro con l’arco.
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«È un argento che brilla più di un oro, assolutamente inaspettato. È la mia seconda gara internazionale e per questo me la godo ancora di più» sono state le prime parole dell’azzurra che sintetizzano perfettamente l’umiltà e la grandezza di Enza Petrilli.
Avvicinatasi al tiro con l’arco appena cinque anni fa, Enza ha raggiunto livelli altissimi, insieme all’asd Aida, dimostrando che non esistono limiti che non possono essere superati, che non esiste niente che non si possa raggiungere con forza, impegno, costanza.
Da Taurianova, paesino della Piana di Gioia Tauro, al tetto del mondo. Una storia, la sua, da cui c’è solo da imparare, incominciata nell’estate del 2016 dopo un brutto incidente che le ha cambiato la vita, insieme al fidanzato, che le ha sempre tenuto la mano e accompagnata anche in questa vittoria. Perché l’amore condivide i dolori e moltiplica le gioie.
Enza ha fatto di quello che le è successo il suo punto di forza, trasformando la paura e il dolore in forza e tenacia.
Non ha fatto il calcolo di quello che le manca, ma ha puntato tutto su quello che ha.
«Dopo l’incidente ho scoperto la mia persona, perché prima forse non mi conoscevo neanche io e non sapevo di avere tutta la forza che alla fine ho avuto», ha dichiarato in un’intervista.
Dopo mesi in ospedale non si è lasciata abbattere dalle difficoltà, ma si è arricchita di tanto altro, sempre accompagnata dal luminoso sorriso che mai le manca.
Ha trasformato i segni dell’incidente in virtù e ha dimostrato quanto rinascere sia possibile davvero. Una vita prima e dopo la carrozzina, sempre grata alla vita.
Si occupa di integrazione e sensibilizzazione, dimostrando come i diversamente abili possono praticare diversi sport insieme ai normodotati, insegnando ai ragazzi e nelle scuole.
Dove oltre alla passione per il tiro con l’arco, trasmette anche le bellezze della vita e a vedere sempre la luce, senza lasciarsi spegnere dal buio. Che è anche l’obbiettivo delle paralimpiadi, dove l’Italia ha trionfato con 69 medaglie, più sentite ed emozionanti delle olimpiadi di luglio, da cui c’è solo da imparare ad amare la vita.
Questo sogno azzurro per Enza è solo l’inizio di una lunga lista di meritati successi, già anticipato dal bronzo al Para-Archery European Cup, in Repubblica Ceca.
Ha portato a casa un argento che brilla più di un oro, più della fiamma olimpica, così tanto da illuminare tutta la sua Calabria, che l’ha seguita nelle gare, supportata e sognato insieme a lei.
Una Calabria che si è emozionata guardando i suoi occhi commossi, che brillavano di luce e piangevano di gioia per tutto quello che è stato e tutto quello che sarà.
Una giovanissima che ha fatto della sua sedia a rotelle strumento di libertà, le ha dato le ali per volare sopra quello che la vita le ha tolto e per raggiungere tutti i sogni e le soddisfazioni che ancora le darà. Libera, come la freccia che scocca dal suo arco.
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