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Fiorello e il sindaco Lucano al termine delle riprese

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CATANZARO – La fiction sull’esperienza dell’accoglienza di Riace, dal titolo “Tutto il mondo è paese” realizzata dalla Rai continua a non andare in onda e stavolta a sollevare il problema non è solo il sindaco di Riace Mimmo Lucano (LEGGI LA NOTIZIA) ma anche lo stesso protagonista Beppe Fiorello che attraverso Twitter scrive: «Non è la prima volta – ha scritto l’attore – che una mia #fiction viene bloccata, anni fa le #foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di #graziellacampagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora #Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire», e lancia gli hashtag #iostoconriace e #riacerinasce.

Ma la presa di posizione di Beppe Fiorello non è rimasta inascoltata, la Rai, infatti, ha replicato all’attore chiarendo che i motivi per i quali la fiction (LEGGI LA NOTIZIA SULLE RIPRESEnon viene messa in onda. In sostanza lo sceneggiato televisivo non va in onda in attesa dell’inchiesta che la Procura della Repubblica di Locri ha avviato sul sindaco Lucano (LEGGI I PARTICOLARI SULL’INCHIESTA), destinatario di un’informazione di garanzia in cui vengono ipotizzati a suo carico i reati di concussione e truffa in relazione alla gestione proprio del sistema di accoglienza nel centro del Reggino.

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DELL’ACCOGLIENZA DOMENICO (MIMMO) LUCANO

Dell’avvio dell’inchiesta si è appreso nell’ottobre dello scorso anno, ma da allora nulla si è saputo sullo sviluppo delle indagini e su una conferma delle ipotesi accusatorie. Sta di fatto che l’inchiesta ha indotto la Rai ad affermare, nel comunicato che la messa in onda della fiction «è stata semplicemente sospesa» in attesa delle decisioni della magistratura e che «non esiste nessun blocco», come paventato dal’attore siciliano.

Il che vuol dire che prima che i telespettatori italiani possano vedere la fiction su Riace potrebbero passare anche anni in attesa che la posizione di Mimmo Lucano venga definita sul piano giudiziario.

Lucano, dal canto suo, pur esprimendo «rispetto per le decisioni che saranno prese dalla magistratura e per quelle della Rai», ha detto di non capire «quale sia il collegamento tra il programma e l’esito dell’inchiesta. In ogni caso – ha aggiunto – quello che viene da Riace, con la nostra esperienza di accoglienza realizzata in un paese povero e abbandonato dell’interno della Calabria che grazie ai migranti é rinato e si é risollevato dallo spopolamento, è un messaggio di umanità che può essere preso come esempio da tutti e replicato in qualsiasi altra parte del mondo, se solo si ha la volontà di farlo e se si è spinti da un vero senso di altruismo e di solidarietà».

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