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Un esemplare di lupo

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REGGIO CALABRIA – Le favole, i racconti e le testimonianze antiche, ma anche credenze non sempre corrette, ne hanno fatto uno degli animali più misteriosi, e molte volte più temuti dall’uomo. Il lupo ha vissuto in queste storie, fino a rischiare di scomparire in Italia nel ‘900, proprio a causa di errate convinzioni sulla sua dannosità e pericolosità. Si tratta, invece, di un animale fondamentale per gli equilibri naturali. 

Su questi presupposti, l’Aspromonte è stato il luogo ideale per monitorare questo splendido animale. Partendo da un progetto nazionale voluto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) su incarico del Ministero dell’Ambiente, si è voluto riportare tra i monti calabresi l’idea del progetto ambizioso: avviare la prima grande ricerca sulla specie, per avere un quadro aggiornato della sua presenza e conservazione.

Protagonista è stata l’Associazione delle guide ufficiali del Parco nazionale dell’Aspromonte, con la collaborazione delle esperte responsabili dell’iniziativa calabrese, Milena Provenzano ed Enza Fava.

L’obiettivo principale è quello di avere una stima aggiornata della distribuzione e dell’abbondanza del Lupo in Aspromonte. E per farlo gli esperti hanno compiuto decine e decine di chilometri. Senza sosta, in pieno inverno, tra le asperità dei monti calabresi. Hanno cercato segni della presenza dei lupi, fotografando impronte, recuperando gli escrementi necessari per svolgere analisi.

«Man mano che si andava avanti – hanno raccontato le guide – mettevamo in pratica sempre meglio le indicazioni ricevute, diventavamo più attenti a dettagli che prima non vedevamo e la curiosità di sapere se avessimo trovato qualcosa nell’uscita aumentava sempre di più. In alcune occasioni abbiamo anche provveduto alla raccolta materiale (seguendo precisi protocolli) delle fatte per consentire ad Ispra l’analisi genetica, anche questa fondamentale per lo studio del lupo, la sua consistenza numerica, capacità di dispersione e spostamento ed anche la eventuale ibridazione con il cane domestico».

Proprio questo, hanno spiegato le guide dell’Aspromonte, è un «fenomeno da tenere bene sotto controllo, sempre per poter intavolare corrette strategie di conservazione della specie. La stessa sarebbe minacciata anche da questa ‘intromissione’ genetica non naturale, con le responsabilità dell’ibridazione che vengono dalla scorretta gestione dei cani domestici, anche sotto il profilo delle false notizie che vedrebbero il lupo ibrido come più confidente e quindi più pericoloso per l’uomo, cosa di cui non esiste prova scientifica».

Questo studio, che ha riscontrato una buona presenza della specie, ha permesso di ribadire l’equilibrio fondamentale che rappresenta il lupo nell’ambiente naturale, sottolineando la necessità di una «convivenza che non è facile sicuramente, in particolare per gli allevatori ai quali va garantito sostegno per la prevenzione e corretti ristori per i danni, ma è necessaria».

Al punto che, come evidenziato dalle guide esperte, occorre rivedere l’immagine del lupo, dimenticando quella delle fiabe per riscoprire uno splendido animale che rappresenta tutta un’altra storia. 

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