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Studenti del liceo scientifico “Alessandro Volta” al Cern di Ginevra al lavoro sul telescopio di EEE (Extreme Energy Events)

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REGGIO CALABRIA – Lo stop dettato dalla pandemia lo ha fatto attendere, finalmente il telescopio di EEE (Extreme Energy Events), prodotto di una speciale attività di ricerca del Centro Fermi, in collaborazione con il Cern, l’Infn e il Miur sull’origine dei raggi cosmici, è in fase di installazione negli spazi del Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria.

Non si tratta di un usuale “binocolone” installato sul tetto della scuola. Il “telescopio”, custodito all’interno di un laboratorio dell’Istituto e installato grazie al supporto del professore Marco Schioppa, ricercatore e professore presso l’Università della Calabria, è realizzato con i più moderni e avanzati rivelatori di particelle (Multigap Resistive Plate Chambers, Mrpc). Costituito da tre camere di circa due metri per uno, sorrette da una impalcatura e distanti l’una dall’altra circa 80 centimetri, sarà collegato tramite strumentazione Gps con i telescopi di altre scuole secondarie del territorio nazionale allo scopo di rivelare muoni cosmici (piccolissime particelle, sorelle “pesanti” degli elettroni) e sciami estesi.

Ogni rivelatore è un condensatore piano dove è presente un gas. Quando una particella carica attraversa il gas lo ionizza, generando cariche elettriche all’interno del condensatore. Queste cariche si muovono verso le armature producendo un segnale elettrico che viene usato per rivelare il passaggio della particella. Gli eventi cercati sono Extreme Energy Events, ovvero eventi ad altissima energia e quindi eventi rari. Un vero e proprio esperimento di Fisica delle astroparticelle, condotto con il contributo determinante di studenti e docenti, volto alla ricerca e allo studio dei raggi cosmici.

Già nel 2018 a sei studenti del Liceo Volta, sotto la supervisione della professoressa Carmen Petronio, era stata affidata proprio la costruzione delle camere Mrpc nei laboratori del Cern di Ginevra. La costruzione degli stessi rivelatori a partire da elementi di base consente ai ragazzi di misurarsi con la possibilità di poter realizzare, a partire da materiali poveri, strumenti di altissima precisione. EEE costituisce inoltre un’esperienza didattica innovativa: i risultati non sono noti a priori, il lavoro non è una conferma di un fenomeno noto quanto la ricerca di qualcosa di nuovo.

“Questo progetto – dichiara la dirigente scolastica Maria Rosa Monterosso – offre l’opportunità ai ragazzi di sperimentare il metodo scientifico e di contribuire in modo concreto alla raccolta di dati che saranno utilizzati ed elaborati dal consesso scientifico internazionale. Un’occasione unica per comprendere cosa significhi approcciarsi al mondo della ricerca e quanto sia necessario mantenere un atteggiamento di serietà e precisione in ordine all’esecuzione di un compito, la cui realizzazione è richiesta da una comunità scientifica qualificata”.

Dai libri di fisica ai laboratori di ricerca più importanti al mondo. Un sogno per Volta.

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Alessandro Chiappetta

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