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In tanti a Sant’Agata del Bianco hanno voluto ricordare lo scrittore nel giorno dei 100 anni dalla nascita di Saverio strati


SANT’AGATA DEL BIANCO – Ieri, 16 agosto 2024, 100 anni. Tanto è passato dalla nascita del contadino-muratore divenuto scrittore. E a Sant’Agata del Bianco, paese natale di Saverio Strati, in molti si sono messi in coda per celebrarlo.
Per ricordarlo come lo stesso Strati avrebbe preferito. Senza grandi clamori e con tutta la sua gente. Una festa per lui, nel paese alle porte dell’Aspromonte che s’identifica con Saverio Strati. Una festa semplice come l’intera esistenza dello scrittore, che meglio di ogni altro ha narrato i suoi luoghi e la sua gente, la sua Calabria.

Un territorio che Strati non ha lasciato mai del tutto e che rimane impressa nei suoi libri, nei suoi racconti, in tutte le sue narrazioni. Nel bene e nel male. «Narratore di realtà spesso scomode, testimone della lotta degli oppressi, acuto interprete dei problemi dell’emigrazione e dell’integrazione culturale».
Uno che non ha mai voluto «essere personaggio», e ieri tutto ciò è stato confermato. La sua “vita normale”, ieri, messa in risalto da tutti gli interventi nel luogo simbolo del piccolo centro della Locride dove Saverio Strati nacque il 16 agosto del 1924, la sala della massima assemblea civica, il consiglio comunale, dove si è svolto il primo momento commemorativo.
Nessuna passerella, niente riflettori da puntare su presenze ingombranti, proprio come il sindaco Domenico Stranieri aveva preannunciato, deluso dai soliti “giochetti” di quanti, al di là delle “prediche” tentavano di sminuire quanto era stato predisposto scientificamente nel programma degli eventi per celebrare degnamente Saverio Strati.

AI 100 ANNI DI SAVERIO STRATI PRESENTE TUTTA LA CALABRIA

Ma ieri, al di là di tutto, al centro di tutto, di ogni parola, di ogni gesto, era lui, il figlio migliore di Sant’Agata del Bianco. C’era tutta la Calabria, presente con il cuore e con la mente, a celebrare i 100 anni della nascita dello scrittore Saverio Strati, uno degli autori più straordinari del Novecento letterario italiano, eppure per molto tempo trascurato, dimenticato, messo da parte.
Per il centenario della sua nascita non sono arrivati politici, ma spontaneamente sono arrivati tre sindaci dei paesi vicini, quelli di Africo, Samo e Ferruzzano. Il sindaco non ha inteso sfiorare le polemiche sorte la settimana scorsa. E’ roba passata ma il segno resta, con cose da portare a chiarimento. C’è tempo per questo. Ieri c’era da ricordare un grande.

«Abbiamo deciso di ricordare Strati in modo semplice – ha detto fin dall’inizio del suo intervento, Domenico Stranieri -, facendo un appello: venite a Sant’Agata solo per lui. Strati, descrivendo il destino individuale dei suoi personaggi descrive il destino della società calabrese.
Spesso Strati racconta la sua biografia. Egli è convinto che non si possa capire lo scrittore se non si conosce il suo itinerario biografico. Lo ha fatto anche nella sua ultima apparizione a Scandicci. Ce lo racconta un suo caro amico regista. Giancarlo Cauteruccio».
Ed è stato proprio quest’ultimo, regista teatrale calabrese, che abitava a Scandicci, vicino a Saverio Strati, ad intervenire di seguito, leggendo il discorso dello scrittore di Sant’Agata del Bianco, che fece a conclusione della messa in scena della pièce teatrale “Il ritorno del soldato”, tratta da una delle principali opere stratiane, prima al Teatro Studio di Scandicci e poi con una tournée nazionale.

A SANT’AGATA DEL BIANCO “SI FA POLITICA FACENDO CULTURA”

Lo scrittore Giacchino Criaco ha elogiato il lavoro che si sta portando avanti a Sant’Agata del Bianco e «tutti dovrebbero prenderne esempio nel fare politica facendo cultura». Domenico Talia, professore all’Unical, si è soffermato sul linguaggio di Strati, come «una delle cose più importanti che resta della sua produzione letteraria». Di seguito è intervenuto Giuseppe Bova del circolo culturale Rhegium Julii, che ha ricordato il grande lavoro fatto dal sodalizio e che «non è vero che Saverio Strati è stato dimenticato».

Per finire con gli interventi della scrittrice Giusy Staropoli Calafati, di Luigi Franco, che in qualità di direttore editoriale della casa editrice Rubbettino ha ricordato l’impegno nella pubblicazione dell’opera omnia dello scrittore e l’importanza di portare Strati nelle scuole. Ha concluso i lavori Palma Comandè, nipote di Saverio Strati, che ha lanciato quasi una provocazione concettuale, «che sarebbe bello regalare come bomboniera nei matrimoni i libri dello scrittore di Sant’Agata del Bianco, per sottolineare l’importanza e l’attualità di Strati».
E tra le molte cose in cantiere, sarebbe importante nel contesto delle celebrazioni stratiane riuscire ad avere la disponibilità da parte del figlio dello scrittore, Giampaolo, per pubblicare il diario inedito che Saverio Strati ha portato avanti dal 1956 fino alla morte, insieme a tutti gli inediti, per circa cinquemila pagine.

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