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I relatori per l'ultima giornata

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SIDERNO (REGGIO CALABRIA) – Tre giorni di dibattiti con diversi relatori. Argomento sono i contenuti del libro “I torti e i tormenti dell’inquisizione antimafia” con lo slogan “quando prevenire è peggio che punire”. Tre giorni che sono stati l’occasione per presentare il libro che parla di inchieste ed investigazioni che hanno visto protagonisti quelli accusati senza colpe e sindaci sciolti con una norma che non prevede certezze granitiche. Un dibattito iniziato ad Africo il ventitrè aprile e proseguito il giorno dopo a “Moschetta” di Locri e concluso il venticinque aprile a Siderno presso la sala dell’Ymca.

Tanti protagonisti dai giornalisti Paride Leporace e Pasquale Motta, agli avvocati Pino Mammoliti, Giuseppe Milicia e Giuseppe Napoli, agli scrittori Mimmo Gangemi e Ilario Ammendolia, ai sindaci sciolti per presunte infiltrazioni negli enti amministrati e all’ex sindaco di Marina di Gioiosa Jonica Rocco Femia arrestato e lasciato libero dopo un processo durato cinque anni. Il tema sviscerato ha sempre avuto come denominatore comune la “decadenza dei diritti”.

«Siamo – ha detto Pino Mammoliti riferendosi alle tante amministrazione sciolte nella Locride – una zona immeritatamente marchiata dall’infamia». Critiche anche ai giornalisti colpevoli di «non scrivere sull’argomento» perché «sono compiacenti» Mammoliti ha parlato della vicenda che lo ha visto protagonista e si considera “fortunato” perché «la verità è stata accertata» anche «se è passato tempo». Mammoliti ha sottolineato a scanso di equivoci che tutti “qui siamo contro ogni forma di criminalità organizzata ma vogliamo il riconoscimento del diritto”. Poi ha citato il primo caso di “malagiustizia” che fu commesso da Ponzio Pilato “che si lavò le mani e scelse di non giudicare”.

Tre giorni in cui il luogo di dibattitto è stato coerente «ma non contro nessuno» anche se per Mammoliti ci sono settori “scodinzolanti” come l’avvocatura e giornalisti “asserviti”. Diretta la testimonianza di Domenico Vestito, avvocato, ma sindaco di Marina di Gioiosa Jonica sciolto per presunte infiltrazioni della criminalità. “C’è una aberrazione dei diritto di difesa – ha detto – e alcuni prefetti sono stati utili per sciogliere in modo generalizzato”.

Per Vestito non ci sono dubbi è necessario “cancellare l’attuale approccio normativo per rafforzare la buona pratica della legalità altrimenti oggi si candidano gli spericolati”. L’avvocato Napoli ha insistito sugli avvisi di garanzia (“essere sottoposti ad indagini diventa già pena”) e sulle notizie eclatanti che vengono divulgate quando un cittadino o politico è sottoposto anche a semplici avvisi di garanzia mentre vengono scritte “poche righe” se le accuse decadono.

E’ stato approfondito, con le testimonianze di sindaci sciolti nella Locride, il tema degli scioglimenti dei comuni per infiltrazioni mafiose, per capire come è nelle intenzioni dell’associazione “nessuno tocchi Caino” se è possibile combattere la mafia senza minare i principi dello Stato di diritto e i diritti umani fondamentali ed evitare l’infiltrazione mafiosa negli enti senza annullare il voto.

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