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Giuseppina Pesce

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FINO al 1981 la legge riconosceva il valore sociale dell’onore e concedeva le attenuanti a chi ammazzava per difendere la reputazione. Poi la norma è stata cancellata. Tranne nei feudi della ‘ndrangheta, dove la fedeltà è per sempre. A partire dalla primavera del 1981, periodo della sparizione dell’allora trentenne Annunziata Pesce, nipote di Giuseppe Pesce, il boss del clan storico di Rosarno, ai giorni nostri, sono oltre venti le persone, in prevalenza donne, sparite da Rosarno. Sono tutti fantasmi del passato. Di alcune donne non esistono foto. Cancellate. «Le donne che tradiscono vengono uccise – raccontò la pentita Giuseppina Pesce ai magistrati – E’ una legge. Ed è successo tante volte in passato, perché qui, in Calabria, ragionano così. Hanno questa mentalità».

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Vittime di una brutalità antica, che ha cambiato volto ma resta identica nella sua atavica ferocia: il delitto d’onore. La ‘ndrangheta ignora la modernità e la trasforma in una colpa. Secondo le rivelazioni della pentita Pesce le vittime sarebbero state seppellite nel cimitero di Rosarno, un luogo che è stato sempre sotto il controllo dalla cosca Pesce. Qui, tra gli altri, si troverebbero i corpi della cugina Annunziata Pesce e di suo nonno, Angelo Ferraro.

«Sono stati uccisi entrambi per punizione perché avevano relazioni extraconiugali, in realtà non sono stati portati lontano da Rosarno. Si sono sempre trovati nel cimitero del paese in loculi senza nome dove venivano tumulati di notte» ha riferito Giuseppina Pesce. O addirittura i resti si troverebbero all’interno di loculi di defunti ufficiali. Ma non ha saputo indicare i luoghi in cui sono stati sepolti. La collaboratrice di giustizia ha raccontato alla Dda di Reggio Calabria che la cosca riservava degna sepoltura ai soggetti ammazzati e fatti sparire per adulterio. Al cimitero di Rosarno i corpi sarebbero stati tumulati clandestinamente minacciando i dipendenti. Impossibile rintracciare quei resti senza una indicazione esatta. La Procura sarebbe stata costretta a disporre centinaia di esami cadaverici. Fare memoria al cimitero di Rosarno sarebbe un atto simbolico importante contro il potere mafioso e per ricordare oltre venti “sconosciute” vittime di mafia.

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