Uno degli scorci del Sentiero dell'inglese
3 minuti per la letturaRINASCE il “Sentiero dell’inglese” tracciato in Aspromonte sulle orme di Edward Lear un viaggiatore inglese, per l’appunto, che ha tracciato il cammino nel corso del XIX secolo percorrendo, nel 1847, a piedi la Calabria.
A darne notizia è l’associazione La Compagnia dei cammini che spiega che si tratta di «un cammino escursionistico che lambisce il Parco Nazionale dell’Aspromonte» e che è chiamato il Cammino dell’inglese proprio perché «fu tra i primi in Europa, ad inoltrarsi nelle lontane terre del Regno delle Due Sicilie per scovarne le bellezze e regalarle al mondo attraverso i suoi racconti e le sue litografie raccolti ne “Il diario di un viaggio a piedi”».
In particolare, «il rilancio e il ripristino di quest’antico sentiero è avvenuto grazie alla sinergia tra due associazioni: La Compagnia dei Cammini, che promuove il turismo responsabile attraverso esperienze di cammino in Italia e all’estero e ha dato vita a una Rete di cammini da sostenere e rilanciare, nel quale si colloca ora anche questa novità, e Naturaliter, associazione di cammini locale che ha portato alla luce il percorso più completo per far conoscere l’area grecanica della Calabria».
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Si tratta di «un itinerario suggestivo in una terra d’altri tempi, tra incantevoli borghi grecofoni, maestosi uliveti secolari, ed affascinanti fiumare. Percorribile da soli o tramite le due associazioni il cammino è medio-facile e si può percorrere in sette giorni di viaggio con zaino in spalla. Per i camminatori sono già scaricabili le tracce gps dal sito www.sentierodellinglese.it, ma anche un salvacondotto da far timbrare lungo il cammino e un attestato finale da ritirare all’ultima tappa. Il percorso è situato nell’Aspromonte grecanico, dove ancora si parla il greco antico».
L’itinerario «ha inizio a Pentedattilo, paese semi-abbandonato che sorge a pochi chilometri dal tratto di costa della Calabria che guarda a Sud, e si dirige subito verso Bagaladi la città dell’olio circondata da olivi secolari e ancora oggi famosa per la sua produzione olearia, passando, poi, per il borgo agricolo di Amendolea e ancora Condofuri fino ad arrivare a Gallicianò, il paese più greco d’Italia. Si fa, poi, tappa a Bova, la città inserita tra i Borghi più belli d’Italia fino ad arrivare ai 1300mt di Monte Grosso per ammirare dall’alto Roghudi, vecchio paese abbandonato aggrappato al crinale di uno sperone di roccia che emerge dalla fiumara Amendolea». Il viaggio prosegue «fino alla piccola ma caratteristica frazione di Pietrapennata dove gli abitanti sono meno di cinquanta, per poi proseguire fino a Staiti che, con meno di 300 abitanti, è il paese più piccolo della Calabria».
Lungo l’itinerario «tra buona cucina, musiche tradizionali e un tuffo nelle splendide acque del Mare Jonio i camminatori possono godere di ospitalità diffusa un sistema di accoglienza gestito direttamente dalla comunità locale, un modello di turismo etico che rispetta i luoghi e la cultura locale».
Il cammino si può percorrere anche compiendo qualche deviazione, toccando località di incredibile bellezza come la fiumara di Melito, le “caldaie del latte” di San Lorenzo e la fiumara Amendolea, nel cuore dell’Aspromonte, tutte mete suggestive tra “burroni, boschi, vallate così mescolati da formare un panorama straordinario” proprio come raccontava il viaggiatore inglese nei suoi scritti. E ancora partendo da Reggio Calabria si può approfittare per fare un salto al Museo Archeologico Nazionale dove poter ammirare anche i celebri Bronzi di Riace.
Traendo spunto dal racconto di Edward Lear, è possibile dunque conoscere un Aspromonte diverso da quello descritto dalle cronache, con la sua gente che oggi insiste per ricercare e credere nuovamente nelle proprie origini.
Una continua scommessa, un compromesso fra ciò che è stato, ed è andato perso, e il forte senso di rivincita e di orgoglio nato nella consapevolezza di una ricchezza vasta fatta di lingua, sapere, profumi, musica e danze. Un patrimonio inesauribile che coniuga natura, cultura e uomini di oggi.
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