X
<
>

Gianni Minà e la moglie Loredana Macchietti

Share
3 minuti per la lettura

La moglie di Gianni Minà, Loredana Macchietti, sul palco di Polistena ricorda il messaggio del compianto giornalista alle nuove generazioni. Poi il concerto degli Inti Illimani


«GIANNI mi diceva sempre: abbiamo tradito i giovani, tagliato le loro radici. Sono le parole che porto in giro per l’Italia, mi muovo molto alla ricerca delle nuove generazioni, lontane da tutto». E così Loredana Macchietti sarà stasera a Polistena al Festival della Pace e della solidarietà fra i popoli. Una serata che parte con il dialogo sul libro postumo del marito con le interviste a Fidel Castro e si chiude con il concerto degli Inti Illimani e un omaggio ai medici cubani che lavorano all’ospedale “Santa Maria”.

Tutto in stile Minà, insomma, l’impegno, la musica, e l’ostinazione su certi temi: ricordando una presentazione alla fine degli anni ’80, all’Auditorium della cittadina della Piana, allora guidata da Mommo Tripodi. E posso dirlo perché c’ero: una levataccia a Reggio – da grande uomo di spettacolo tirava sempre tardi – per essere puntuali a discutere di politica internazionale la domenica mattina, in una sala piena. Lui era già allora popolarissimo, nel punto più alto di una carriera giornalistica che lo portava da Fellini a De Niro, da Ali a Maradona: eppure aveva il coraggio di andare controcorrente, fino a giocarsi una buona parte della carriera. E non mancava mai, per pura generosità, di accettare l’invito degli amici calabresi.

LOREDANA MACCHIETTI E IL MESSAGGIO DI GIANNI MINÀ ALLE NUOVE GENERAZIONI

Stasera Loredana Macchietti avrà gli applausi sul palco del Festival: «Racconto la storia del suo lavoro di giornalista. Sono stata quasi quarant’anni accanto a lui e ora sto riordinando il suo immenso archivio personale, che è appunto un modo per lasciare memoria e parole del Novecento. Ci ha lasciati il 27 marzo del 2023, e fino all’ultimo ragionava sui nuovi linguaggi, sull’incrocio inevitabile fra il mestiere di cronista e il digitale. Negli ultimi tempi si era appassionato a Instagram».

E proprio pensando alle nuove generazioni, alla comunicazione in tempo reale, Loredana e Gianni hanno creato il sito www.giannimina.it e la Fondazione: «Ci sono i suoi articoli, molte delle sue interviste. C’è il suo primo pezzo su Tuttosport, ma anche i commenti sulle strategie di propaganda degli Stati Uniti, solo per fare degli esempi. Ma è uno sterminato patrimonio: calcolando che ci sto lavorando solo io, conto di finire fra un bel po’», dice la moglie, regista e sociologa.

Un lavoro divertente, non fosse massacrante: dove trova spazio anche l’ultima polemica che Gianni ingaggiò, partendo da un corsivo di Massimo Gramellini contro i medici cubani. Allora era solo un progetto, e aveva scatenato i dubbi di un’europarlamentare del MS5 e dell’editorialista del Corriere dell Sera «Perché lo fanno?» scrisse Minà su Facebook. «Perché questa l’essenza di Cuba. Perché, ancor prima che castrista, si è sempre riconosciuta negli ideali di Josè Martì: “La nostra patria è l’intera umanità” Ma questi medici sono poveri, pagano il blocco economico. E allora vanno in giro per il mondo a lavorare».
Poi i medici sono arrivati. Chi aveva ragione? Giudicate voi.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE