Le teste dei bronzi di Riace
3 minuti per la letturaIl 16 agosto 1972 la scoperta a 300 metri dalla costa. Il sottosegretario Bianchi: «Il mondo ce li invidia»
REGGIO CALABRIA – “Porto Forticchio di Riace Marina, mattina del 16 agosto 1972: il sub Stefano Mariottini avvista a 300 metri dalla costa e a 8 metri di profondità i Bronzi di Riace. Il 21 agosto è recuperato il Bronzo B, il 22 il Bronzo A, successivamente rinominati il vecchio e il giovane. Alte rispettivamente 1,98 e 1,97 m, le due statue hanno un peso di 160 kg, dagli originari 400 kg del ritrovamento, in virtù della rimozione della terra di fusione. Costruite attorno alla metà V secolo a.C. da un unico maestro, le due state, come dimostra la terra di fusione, sono originarie di Argo e presentano stilemi tipici del Peloponneso. Divinità o guerrieri: la loro identificazione è oggi un mistero. Così come le ipotesi sul relitto che li trasportava, mai ritrovato: particolari che lasciano aperti molti spazi interpretativi sulla loro storia”.
Con questa ricostruzione su Facebook il Museo Archeologico di Reggio Calabria ha celebrato ieri il 45esimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Con la chiusura del Museo per i lavori di ristrutturazione, nel 2008, fu scongiurata la possibilità di uno spostamento a Roma, le due statue furono accolte in un laboratorio appositamente allestito presso il Consiglio Regionale, dove furono ospitate dal 2010 al 2013. Nemmeno Berlusconi, che li voleva in Sardegna per il G8, la spuntò.
Chi vuole ammirarli deve venire a Reggio Calabria, come stanno facendo in tanti, sempre di più. Tra i visitatori che hanno approfittato del ponte ferragostano per visitare il Museo coi Bronzi ieri è giunta a Reggio anche il sottosegretario del Mibact, Dorina Bianchi. «Sono trascorsi 45 anni – ha ricordato il sottosegretario – dalla loro scoperta, da quando il mare Mediterraneo ce li restituì – in perfetto stato conservativo – con il loro carico di storia e mistero, eppure questi due guerrieri, che il mondo ci invidia, continuano ad essere una scoperta continua per gli storici e per quanti quotidianamente li ammirano nella loro grandiosità. Per la nostra terra sono il simbolo di un grande passato su cui costruire un grande futuro».
«Da quel 16 agosto 1972 – ha aggiunto Dorina Bianchi – i Bronzi di Riace, considerati tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica, sono diventati un carattere identitario di Reggio e della Calabria tutta. Un patrimonio oggi pienamente valorizzato grazie a nuovi spazi espositivi che garantiscono anche una maggiore conservazione delle due statue e che hanno dato slancio alle attività culturali della città e sarà da volano per le altre attrattive archeologiche e artistiche che offre il territorio reggino e non solo. Gli ultimi dati disponibili ci dicono infatti di un +28% di visitatori nel 2016 al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria ed il trend nel 2017 è in crescita. Basti pensare che solo in questo mese di agosto c’è stata una media di 3.000 visitatori al giorno».
E il direttore Carmelo Malacrino ha reso noti anche i dati di ferragosto: 4202 sabato e domenica, 2407 lunedì e martedì di ferragosto, per un totale da sabato di ben 6609 visitatori. «Numeri – conclude Dorina Bianchi – che collocano il MaRC quale secondo museo del Mezzogiorno per crescita di visitatori e dimostrano come la cultura sia un traino fondamentale per il turismo. La nostra Regione, ricca di storia, tradizioni ma anche enogastronomia ha tutte le potenzialità per risalire le classifiche mondiali. La Calabria con oltre 8,1 milioni di presenze turistiche, nel 2017 è al 15° posto fra le regioni italiane. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare per valorizzare ancora meglio le nostre potenzialità».
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