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ROMA – I musei pubblici italiani si lanciano su social e digitale facendo rete anche sul web. E il pubblico dimostra di apprezzare, premiando chi si è impegnato di più con una reputazione online sempre più favorevole. Sono i risultati di un’indagine avviata all’inizio del 2016 fra i primi 20 musei autonomi del Mibact, ovvero quelli con i direttori manager scelti con il concorso di un anno fa, chiamati anche a rilanciare con nuove iniziative gallerie e siti archeologici.

L’idea era di ascoltare la voce dei visitatori facendogli valutare una serie di variabili, dall’accoglienza alle attività e gli eventi organizzati dal museo, fino agli spazi, i servizi, la ristorazione, l’accessibilità, i costi, aprendo insomma un canale di consultazione sempre più diretto tra chi gestisce e organizza i luoghi della cultura e chi li frequenta, in attesa che arrivino a conclusione le gare per il rinnovo di bar caffetterie, ristoranti, bookshop, per esempio. E nelle more di tutte le novità su cui, per contratto, si stanno impegnando i super direttori più in prima linea. All’estero si sa è una prassi consolidata, per i musei italiani decisamente una novità, che i visitatori hanno dimostrato di apprezzare.

Dall’analisi dei contenuti rilevati sul web dal 1 gennaio al 31 maggio 2016, viene fuori che la soddisfazione generale dei visitatori per l’accoglienza nei musei pubblici al top, supera l’80% dei consensi (80,2) in crescita del 3% rispetto allo stesso semestre del 2015. Cresce in particolare l’apprezzamento dei visitatori per l’accoglienza (+43,8%) ma risultano piacere di più rispetto allo scorso anno anche le attività e gli eventi (+25,5%), i servizi (+31,9%) e gli spazi (+2%).

«Si comincia a colmare il divario digitale con le istituzioni internazionali», sottolinea soddisfatto il ministro della cultura Dario Franceschini. Sempre la stessa ricerca ha individuato il Tai score (Travel Appeal Index Score) cioè il voto complessivo della presenza sul web, analizzato per tutti i canali social, per i contenuti, l’ottimizzazione, la gestione e le performance. Anche per il Tai Score si è registrato un aumento di 6 punti con un punteggio di 57/100 del 2016 rispetto al 51/100 del 2015. Prima della classe per il sentiment, è risultata la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma guidata da Cristiana Collu, che raccoglie un gradimento bulgaro dai suoi visitatori, superando il 90% dei consensi (91,7%,). Ma sul podio, a strettissimo giro, si piazzano pure il Museo Nazionale Archeologico di Taranto (91,2%) e la Galleria Nazionale delle Marche (90,5%).

Una crescita registrata anche per i canali monitorati di Tripadvisor, Facebook, Google Plus, Foursquare, HolidayCheck, Yelp e Zoover: tra i due semestri confrontati – fanno notare gli autori dell’indagine – c’è stata una crescita complessiva del 240% dei contenuti pubblicati dagli utenti per raccontare la loro esperienza di vista dei 20 Musei Autonomi. Lo stesso vale per i contenuti pubblicati sui Social Network direttamente dai responsabili degli account social dei Musei che sono passati dai 2.809 del 2015 ai 7.165 del 2016, quasi triplicandosi. Nel dettaglio si è registrato un +2.259 su Twitter, un +1.418 su Facebook ed una risalita anche sul Instagram con un aumento di +190 rispetto al semestre 2015. Tant’è, per tutti i 20 musei autonomi , dalle realtà romane (Nella lista oltre alla Gnam ci sono la Galleria Borghese e la Galleria Nazionale d’arte antica con Palazzo Barberini e Palazzo Corsini ) alla Pinacoteca di Brera a Milano, gli Uffizi a Firenze, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, le percentuali di sentiment dei visitatori risultano tutte piuttosto alte senza forti distinzioni tra nord e sud del paese. Succede così che tra il quarto e il decimo posto si classificano il Palazzo Reale di Genova (89,7%) seguito a ruota dall’appena riaperto Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria con 89,4%, dall’Armeria Reale di Torino (che è parte del Polo Reale della città sabauda) con 89%, dalla Biblioteca Reale di Torino (88,3%) e poi Galleria Sabauda (87,3%) Galleria Estense (87%) Pinacoteca di Brera (86,7%).

Agli ultimi posti, la Reggia di Caserta (70,6%), la Galleria di Palazzo Corsini (parte della galleria di arte antica di Roma) con 66,1% e il Museo delle Antichità di Torino (parte del Polo reale) con 63,1%. L’indagine verrà estesa ora alle due più importanti realtà archeologiche pubbliche (Colosseo e Fori di Roma e Pompei) e ai nuovi dieci musei autonomi. Perché se è vero che si sta finalmente cominciando a colmare il gap con le realtà estere, non c’è tempo da perdere. Digitale e social, dice Franceschini, sono «strumenti ormai imprescindibili per far conoscere le opere presenti nelle collezioni, mostre e attività».

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