La mamma di Splendore e il sindaco Pino Alfarano
2 minuti per la letturaCAMINI (RC) – Splendore, la bimba nata in mare e poi accolta a Camini sarà registrata a Roccella Ionica presso l’ufficio di anagrafe del Comune. In questo modo la piccola sarà a tutti gli effetti cittadina italiana essendo nata in acque territoriali nazionali e poi fatta sbarcare, con la mamma, nel porto delle Grazie di Roccella grazie all’intervento degli uomini della Guardia Costiera.
Questo quanto stabilito tra i due sindaci Pino Alfarano, che ospita a Camini la bambina e il nucleo familiare e Vittorio Zito, sindaco di Roccella Ionica, da oggi paese natale di Al Asad Al Tavel Splendore nata il 27 novembre 2021. Frenetiche attività diplomatiche sono inoltre state attivate nei giorni scorsi, grazie a tre sensibili funzionarie della Prefettura di Reggio Calabria, per avviare il processo di ricongiungimento familiare con Mohammad, l’altro bambino di due anni di Botol, la donna che ha dato alla luce Splendore. L’atto di autorizzazione al ricongiungimento familiare è stato formalizzato nei giorni scorsi dal Servizio Centrale del Sai, il sistema di accoglienza e integrazione del Ministero dell’Interno.
Ora i tre componenti la famiglia di Botol, unitamente al fratello della donna, Mehmood, saranno ospitati in una nuova abitazione messa a disposizione dalla cooperativa “Jungi Mundo” presieduta da Rosario Zurzolo. Particolarmente commuovente, è stato l’incontro di madre e figlio dopo i giorni di separazione – ci ha raccontato il primo cittadino di Camini – dal momento che, il piccolo Mohammad, ha in un primo momento rifiutato la madre e poi strettosi a lei per la paura di perderla nuovamente. Un atteggiamento comprensibile quello del bambino visto che era stato strappato dalle sue braccia nel corso del movimentato sbarco.
«Era con pochi dentini – ha subito dichiarato la mamma fortemente emozionata – e ora presenta la dentizione completa». Il bambino, come si ricorderà, era stato avviato con lo zio a Palermo perché era risultato positivo al Covid-19 e dopo la negativizzazione è stato dimesso dalla Casa Covid dove era stato trasferito per le necessarie cure.
Il sindaco Alfarano guarda a questa storia come uscita dalla penna di Edmondo De Amicis e si dichiara soddisfatto per aver adempiuto un atto dovuto al fine di «affermare il “valore della “persona umana” e su cui si fonda il nostro ordinamento e che impone, non solamente ai singoli, ma anche alle istituzioni democratiche della Repubblica l’assolvimento dei doveri di solidarietà, economico, sociale e la rimozione dei limiti che impediscono la piena realizzazione della “persona umana” sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità».
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