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REGGIO CALABRIA – Angela Marcianò, 37 anni, sposata, avvocato e docente universitaria, è l’assessore (esterno) ai lavori pubblici del comune che coniuga mirabilmente una straordinaria determinazione, rigore e naturalezza, gentilezza e fermezza. Una lady di ferro dal sorriso di velluto, dai tailleur impeccabili mentre nei disastrati cantieri reggini discute con gli operai impegnati a collegare fogne e tubature, è ormai diventata punto di riferimento anche per i colleghi “maschi” per competenze e per la sua capacità di problem-solving.
LA NOMINA DI ANGELA NELLA GIUNTA E IL SUO PROFILO
Sta vivendo in maniera straordinaria un’esperienza straordinaria. Aldilà di quanto appare rilassata sui socialmedia, sta gestendo quasi tutte le “rogne” del palazzo: ha avvertito, forse, qualche difficoltà dell’essere donna?
«Direi di no. Lo spirito col quale sto gestendo questa mia “missione” è solo uno spirito di servizio che non ha altra connotazione né discriminazione di genere o di sorta».
Quota rosa ma con in mano i lavori pubblici. E le riesce pure un colpo dietro l’altro dalla riapertura del Palacalafiore al complesso puzzle dei lavori sul corso Garibaldi. Cosa le dà tanta carica nel gestire le problematiche, decongestionare i rapporti logorati, ed ottenere il risultato finale?
«La carica mi viene dal di dentro quando credo alle cose che faccio, e non solo a quelle istituzionali. Non serve altro nella vita. La passione, il coraggio e la determinazione si accompagnano all’impegno e ne sono il corredo naturale in funzione del grande progetto che, assieme alla Giunta, abbiamo accettato la sfida di portare a buon fine».
Sembra essere il motore propulsore di questa giunta. Quote rosa a parte le sembra che tutti ci stiano mettendo il medesimo impegno che mette lei nell’andare a verificare problemi idrici e fognari, incontrare i cittadini e commercianti?
«Non mi sento il motore della Giunta. Se effettivamente sembra così, e ne dubito, è un’impressione sbagliata. L’impegno di tutti i miei colleghi è serio, corale ed ugualmente importante ed ogni risultato è frutto di uno sforzo comune. Per quanto mi riguarda, io sono solo una donna che si è sempre gettata nella mischia della vita senza esitazioni, anche quando, molto più realisticamente, essere cauta avrebbe comportato assunzione di minori rischi, ma le difficoltà non mi fanno paura, anzi mi infondono energia. Vincere battaglie difficili è inebriante, tutto qui!».
Al centro delle polemiche bypartisan c’è la burocrazia di Palazzo San Giorgio: si chiede con forza la rotazione dei dirigenti. Lei cosa chiede a questo delicato ingranaggio comunale?
«Non vi è alcuna intenzione di criminalizzare i burocrati. Vi è solo la necessità e l’urgenza di coinvolgere l’intero apparato amministrativo in questo slancio di “dinamismo ed operosità” che questa Giunta si vuole imporre come imperativo categorico e dal quale passa la salvezza della nostra Città. Accanto a noi lavoreranno soltanto coloro che con umiltà, dedizione e rispetto delle regole credono nel comune obiettivo della rinascita di Reggio Calabria. Ed in questa ottica, la rotazione dei Dirigenti non è certamente una misura demansionante o sanzionatoria ma un meccanismo fisiologico e normativamente previsto al fine di garantire il pieno rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento dell’amministrazione».
Le deleghe che spacchetteranno le manutenzioni dei lavori pubblici le consentiranno di occuparsi più agevolmente dei grandi progetti per la città. Ce ne anticipa qualcuno che potrebbe cambiare il volto di Reggio?
«Le deleghe verranno distribuite dal Sindaco secondo precisi criteri ed esigenze dei territori. Questo consentirà un ancora più partecipato coinvolgimento di altri componenti del Consiglio comunale. I progetti in cantiere sono tanti ed ho già predisposto a questi fini un elenco di opere da trasmettere al Ministero per l’approvazione. Molti di questi cambieranno la fisionomia di questa Città. Da parte mia, posso garantire che vigilerò perché …sia un gran bel volto perché io ho orrore solo dell’orrore!».
E’ entrata in giunta da tecnica e sotto l’egida delle pari opportunità, ritiene che una volta conclusa l’esperienza al fianco di Giuseppe Falcomata’, abbandonerà queste corsie preferenziali volute dalla legge per le donne e si cimenterà direttamente in prima persona nell’agone politico?
«In questo momento sono soltanto una cittadina di Reggio Calabria convinta che la sua Città merita il massimo del suo impegno, senza riserve e senza condizioni; per il resto, la vocazione che sento più mia è quella di docente universitario per la quale ho sempre studiato con l’ auspico di potervi degnamente dedicare tutta la mia vita».
Verso quale forza o movimento politico si sente attratta…di lei dicono che sia una donna di destra intrappolata in una giunta sinistra…
«Bella questa, non mi ero accorta di essere prigioniera. La verità è che sono fin troppo ribelle come persona per sentirmi etichettare come di destra o di sinistra. Se essere di destra vuol dire essere rigorosi ed intransigenti, allora sono di destra. Se essere di sinistra significa essere dalla parte della gente che ha realmente bisogno perché ultima fra gli ultimi, allora sono di sinistra. La verità ? Più di ogni altra cosa mi sento una cattolica convinta e praticante. Il mio credo ideologico è solo quello. Il resto sono solo sovrapposizioni subculturali, ingannatorie ed anacronistiche».
E’ stata la più stretta collaboratrice di Gratteri cosa le ha lasciato questa esperienza?
«Gratteri è stato ed è un fondamentale punto di riferimento nel mio percorso formativo ed umano, ma non è certamente il solo; devo molto a tanti. Ma la sua stima, da me ricambiata, mi conferma che i sacrifici che bisogna imporsi per mantenersi integri e con la schiena “dritta” in una società come questa, alla fine pagano con il dono più straordinario che ci possa essere nella vita, e cioè la credibilità e l’affetto della gente».
Quanto conta davvero la legalità per risollevare le sorti di Reggio?
«La legalità è la sola via di uscita dalla crisi morale, sociale ed economica; non ha alternative, è rivoluzionaria, è taumaturgica ; e’ l’acqua che serve ad irrigare il deserto di valori e di speranza che stava inaridendo la nostra città e la nostra gente. Ripartiremo dall’amore per la casa comune e dal rispetto delle regole. Ed il buon esempio sarà contagioso e sarà il volano del nostro riscatto di reggini».
Stanno maturando i tempi per un sindaco donna a Reggio?
«In una giornata come questa sarebbe semplicistico rispondere con un secco si. Sono state abbattute tutte le vecchie barriere culturali della discriminazione femminile, ma dobbiamo renderci conto che oggi servono solo persone che abbiano l’umiltà di lavorare con sacrificio e la determinazione per combattere senza sosta. E’ falsante l’idea della politica della “donna presente a tutti i costi ed in tutti i posti” e non è un rimedio a nulla la tesi della donna naturalmente titolare di quote di riserva per compensare antiche preclusioni. In Italia oggi ci sono più giudici, più avvocati, più medici, più manager donne che uomini e la differenza, nella generalità dei casi, è fatta dal valore individuale e dalla qualità delle idee per le quali ciascuno di noi è disposto a battersi. La lotta per la emancipazione femminile ancora non è finita, ma il traguardo è a vista, e per questo dico: avanti, ragazze, ma con impegno e giudizio!».
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