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REGGIO CALABRIA – “Cari fedeli della Diocesi di Reggio-Bova, di cuore auguro a tutti voi buon Natale e felice Anno Nuovo. Le due circostanze, Natale e Capodanno, ogni anno riempiono il nostro cuore di speranza, perchè siamo rimessi sempre sul piede di partenza”. Lo scrive monsignor Giuseppe Fiorini Morisini, arcivescovo di Reggio-Bova. “Dinanzi alle difficoltà che ci avvolgono – aggiunge – possiamo ricominciare, possiamo ipotizzare che il cammino della vita si appiani, diventi migliore. Ce lo ricorda il pensiero che il Signore Gesù è nato per noi, per starci accanto nei momenti difficili e darci forza per andare avanti nonostante tutto. Ma è anche drammaticamente vero che, se confrontiamo le speranze che questi giorni riempiono il nostro cuore, con il vissuto dell’anno che chiudiamo, ci sembra che dette speranze si trasformino in delusioni. Detto con semplicità: a Natale e a fine anno coesistono la speranza di un futuro migliore e il bilancio delle sofferenze e difficoltà dell’anno che si chiude. Le difficoltà sembrano non finire mai, soprattutto la crisi economica che stiamo vivendo. La Caritas diocesana mi tiene continuamente informato delle difficoltà che le famiglie stanno affrontando e come le richieste di aiuto aumentino vertiginosamente. Eppure dobbiamo continuare ancora a sperare. Non possiamo gettare la spugna, ma ripartire con impegno per costruire un futuro migliore”.
“La speranza cristiana – evidenzia il presule – cammina di pari passo con l’impegno personale di ciascuno. Queste feste le celebriamo con la novità della restituzione della Città alla piena vita democratica, mentre si affrettano i tempi della realizzazione della “città metropolitana”, che interesserà quasi tutta la nostra Diocesi. E’ necessario che adesso non siamo semplici spettatori e giudici del lavoro dell’Amministrazione che abbiamo eletto con voto libero e democratico; dobbiamo essere, invece, collaboratori sinceri e operosi. Lo richiede il bene comune. Un gioco al massacro non giova a nessuno. L’impegno per una democrazia partecipata sia la speranza di queste feste. Noi adulti facciamolo per i giovani, che non devono rimanere da soli a portare il fardello delle speranze incompiute. Se vedono noi adulti pieni di entusiasmo e concretamente operosi, anche loro si sentiranno spinti a sperare e a collaborare. Non manchi la preghiera al Dio e a tutta la famiglia di Nazaret. L’unione e l’amore che regnavano in questa famiglia hanno fatto sì che loro potessero superare tutte le difficoltà, che non sono state nè poche nè leggere, se pensiamo solo alla fuga in Egitto e al tempo di permanenza fuori della loro terra. Nella loro esperienza si riflette oggi il disagio di tante nostre famiglie. Anche loro – conclude monsignor Fiorini Morosini – hanno dovuto nutrire una speranza non affidata al miracolo di Dio, ma al loro impegno, certamente accompagnato dalla protezione divina. Quello che può accadere anche a noi, alla nostra speranza, al nostro impegno, alla nostra famiglia. Ma che ci sia una certezza, come quella della sacra Famiglia: l’unità, l’amore, la forza d’animo nel condividere il peso della vita”.

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