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L’hanno chiamata la “sposa etica”. E’ «una donna raffinata, che vuole vivere un momento importante per la sua vita in piena coerenza con i suoi valori. Una donna per cui la bellezza è insieme estetica e interiorità». La definiscono così gli stilisti di Cangiari, il marchio della moda lanciato dalle cooperative antimafia della Locride.
Quella degli abiti da sposa è l’ulteriore sfida che il consorzio sociale Goel, nato dalle sollecitazioni del vescovo Giancarlo Bregantini durante il suo ministero in Calabria. E anche per le nozze Cangiari propone i propri tessuti artigianali, fatti con i telai a mano della Calabria. L’anteprima delle creazioni è stata presentata domenica a Milano. Tessuti biologici certificati, nel rispetto dell’ambiente, ma anche del benessere. Il tutto proveniente da una filiera etica e sociale, nata da un percorso di sviluppo e di riscatto del proprio territorio.
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