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REGGIO CALABRIA – Il ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, arriva a Reggio Calabria con un ora di anticipo sulla tabella di marcia e si ferma in una delle più note gelaterie della città. Al momento di pagare, malgrado in molti si fossero offerti di pagare il conto al suo posto, il ministro ha preferito declinare con cortesia e recarsi personalmente a pagare la propria consumazione destando la sorpresa dei molti presenti.
Bray è giunto a Reggio Calabria per inaugurare una parte del Museo Archeologico Nazionale, dopo 4 anni di lavori. In particolare, il ministro taglierà il nastro alla mostra “Arte torna arte” che si inaugura stasera alle 19 in un museo che con l’occasione mostra la sua nuova veste dopo gli importanti lavori di restauro che ne hanno completamente rinnovato e ampliato gli spazi espositivi.
«Sono convinto – ha affermato il ministro – che con iniziative come questa noi ricreeremo quello spirito di comunità civile, di legalità, di un Mezzogiorno che vuole credere nel suo rilancio, la cultura sarà quel collante necessario per raggiungere questi obiettivi». L’esposizione dei dipinti segna anche il primo passo verso la riapertura al pubblico del Museo reggino, prevista per il 2014, dopo i lavori di restauro di palazzo Piacentini. «Ringrazio il commissario, le autorità, ma soprattutto il personale del mio Ministero – ha proseguito il ministro Bray – che con tanta passione ha dato vita a questa bellissima mostra, ripristino di una struttura importante, perchè è segno che tutto ciò che appartiene al nostro passato deve essere valorizzato e può proiettare nel futuro tutti i segni di una civiltà che dobbiamo in tutti i modi difendere». Quanto al valore simbolico rappresentato dai dipinti confiscati alla mafia e restituiti alla collettività, il ministro ha commentato così: «La legalità è una parte importante della cultura, e la cultura farà molto per la legalità. Mi piacerebbe che l’iniziativa si replicasse perchè il magistrato con cui ho parlato mi sembra che con coraggio abbia perseguito questa iniziativa, con lo spirito giusto che le istituzioni mettono al servizio dei cittadini».
La mostra nasce dalla collaborazione tra la Provincia di Reggio Calabria e il Mibac ed è frutto di una cooperazione che ha visto impegnati i diversi Enti, compresi la Procura della Repubblica e il Tribunale di Reggio Calabria, nell’intento di restituire dignità alla collezione sequestrata nel 2010 dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Reggio Calabria al boss reggino Gioacchino Campolo, permettendo alla collettività di ammirare un corpus di opere che, spaziando dal XVI al XX secolo, cela alcuni veri e propri capolavori dell’arte italiana. All’inaugurazione, oltre al ministro Bray, anche il presidente della Provincia Giuseppe Raffa, l’assessore provinciale Eduardo Lamberti-Castronuovo, il direttore regionale per i Beni culturali e Paesaggistici della Calabria Francesco Prosperetti, il soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria Fabio De Chirico e il soprintendente per i Beni Archeologici, Simonetta Bonomi.
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