Antonio Billari, per lui un ritorno tra i banchi del consiglio regionale della Calabria
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REGGIO CALABRIA – La vicenda Miramare colpisce ancora con la sospensione per effetto della legge Severino del consigliere regionale del Pd Giovanni Muraca ed il deposito delle motivazioni della sentenza di appello del processo che dà l’avvio al ricorso in Cassazione. Nella giornata di ieri infatti si sono dispiegati, a distanza di ben 4 mesi, anche sul consigliere regionale del Pd Giovanni Muraca, gli effetti nefasti della sentenza che lo ha condannato anche in appello lo scorso novembre per la vicenda dell’albergo liberty di Reggio Calabria di proprietà comunale ed affidato illecitamente, nel 2015, con una delibera della giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà e di cui Giovanni Muraca faceva parte all’associazione “Il sottoscala”, riconducibile all’imprenditore Paolo Zagarella, amico di Falcomatà che a sua volta nel corso delle elezioni comunali del 2014, aveva concesso gratuitamente a Falcomatà alcuni locali di sua proprietà per ospitarvi la segreteria politica.
La sentenza è dello scorso 9 novembre 2022
Per Muraca e altri ex assessori della giunta Falcomatà, dopo essere stati condannati in primo grado per abuso d’ufficio a un anno di reclusione, la pena era stata confermata ma ridotta a sei mesi. Per tutti Falcomatà, Muraca e gli altri ex amministratori già sospesi per effetto della Legge Severino dopo la condanna di primo grado del novembre 2021, era quindi scattata una nuova sospensione dentro le mura di Palazzo San Giorgio. Muraca, però nel frattempo si era candidato alle regionali e, quindi un mese dopo la condanna in secondo grado, ed esattamente dal 12 dicembre del 2022, surrogava e subentrava a Palazzo Campanella a Nicola Irto che volava a Palazzo Madama, dopo l’elezione in Senato del settembre 2022. I tempi tecnici della sospensione di un consigliere regionale non sono stati rapidi quanto quelli registrati all’ente comunale e Muraca ha quindi potuto sedere a Palazzo Campanella e partecipare regolarmente a sedute e votazioni fino all’arrivo della sospensione, formalizzata proprio in queste ultime ore.
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Adesso al posto di Muraca farà il suo ingresso Antonio Billari, sempre per il Pd, già consigliere regionale ( con i “Democratici Progressisti Calabria” subentrò al dimissionario Filippo Callipo) che sarà in sua sostituzione fino alla consunzione della sospensiva di Muraca, (tempi tecnici ipotizzabili dicembre). Tale sostituzione non risulta comunque nell’ordine del giorno del Consiglio di oggi.
Motivazioni Miramare
Ma, come si diceva fin dalle prime battute, il caso Miramare riserva mille colpi di scena, sia pur attesi, come in questo caso. E quindi nello stesso giorno in cui è stata notificata la sospensiva a Muraca, sono state depositate le motivazioni della sentenza dello scorso novembre che ha visto Falcomatà condannato ad un anno di reclusione (con sospensione della pena, per abuso d’ufficio mentre in primo grado a Falcomatà erano stati inflitti un anno e quattro mesi di reclusione).
Pronti al ricorso in Cassazione
Le motivazioni dei giudici d’appello sono uno step propedeutico ed indispensabile al ricorso in Cassazione che, i legali di Falcomatà (Panella e Caiazza) e degli altri condannati del Miramare hanno tutte le intenzioni di perseguire (e che secondo le ipotesi dei legali potrebbe condurre ad una prescrizione in tempi rapidi in quanto la Cassazione accelera le decisioni per amministrazioni in carica).
Falcomatà “dominus” e regista della vicenda Miramare
Ma intanto entriamo nelle scelte dei giudici spiegate nelle 57 pagine delle motivazioni che in particolare scandagliano i rapporti tra Zagarella e Falcomatà e la messa a disposizione gratuitamente per l’allora aspirante sindaco da parte dell’imprenditore di un immobile dal valore locatorio di 3750 euro mensili destinandolo a segreteria politica di Falcomatà. La compagna di Zagarella, Clara Travia, si candidava alle stesse amministrative del 2014, in una lista “La svolta” a supporto dello stesso Falcomatà. Le motivazioni riportano anche i 99 contatti telefonici avuti tra i due tra il maggio 2015 e settembre. Zagarella voleva la prestigiosa struttura per realizzare eventi. Il sindaco ritenne interessante la proposta «purché fosse portata avanti da un’associazione». Il 16 luglio 2015 l’allora assessore Marcianò ebbe un duro scontro con il sindaco Falcomatà contestandogli l’illegittimità della proposta di delibera per via della totale assenza di pubblicità del documento. Nella seduta successiva del 27 luglio 2015 prima della riformulazione del testo della delibera era emerso che dietro l’associazione “Il Sottoscala” ci fosse per l’appunto Zagarella vecchio amico di Falcomatà e la Marcianò avvertì i colleghi di giunta che un affidamento siffatto avrebbe esposto tutti a conseguenze di natura penale.
Anche le chat di Marcianò, Falcomatà e la segretaria comunale, anch’ella condannata, sono riportate nelle motivazioni. Chat che documentano l’interesse personale dell’imputato all’esito della pratica “Miramare”, chiaramente percepito dagli assessori come desiderio da assecondare. Di lì a breve la delibera pubblicata il 5 agosto 2015 realizzava il desiderio di Falcomatà e Zagarella, tramite il Sottoscala, otteneva il Miramare.
«Non v’è dubbio – la conclusione nelle motivazione di condanna – che con la delibera in esame la Giunta comunale abbia di fatto disposto l’affidamento dei servizi e dei locali del Miramare al di fuori del perimetro normativo, eludendo la procedura ad evidenza pubblica e la valutazione comparativa di specifici progetti prevista per una maggiore garanzia del servizio di valorizzazione di un immobile di interesse culturale. Appare evidente – incalza ancora la sentenza d’appello – l’interesse personale del Falcomatà al risultato della procedura relativa all’affidamento dei locali della prestigiosa struttura del Miramare in favore dell’amico Zagarella. E ciò in quanto tale situazione se per un verso si traduceva in un immediato vantaggio economico per quest’ultimo, per l’altro era suscettibile di volgere un tornaconto personale in favore dello stesso Falcomatà, quello di assicurarsi la propria base elettorale ed analogo appoggio politico alle successive tornate elettorali, oltre che un modo di ingraziarsi l’amico dimostrandogli riconoscenza, ricambiando il suo continuo sostegno e la sua incondizionata disponibilità».
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