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Il presidente Filippo Mancuso

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REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale ha approvato il programma presentato dal presidente Roberto Occhiuto, il quale ha evidenziato: “Ho scelto di cimentarmi in un’attività rispetto alla quale voglio essere misurato non per le parole che dico o che scrivo ma per i fatti che insieme facciamo”.

L’Assemblea ha approvato le linee programmatiche di Occhiuto con il voto della maggioranza di centrodestra, mentre le opposizioni di centrosinistra e del Polo civico di de Magistris hanno votato contro. Nella sue conclusioni, Occhiuto ha replicato a molte sollecitazioni provenienti dai banchi delle minoranze.

“Ringrazio i consiglieri di maggioranza che – ha esordito il presidente della Regione  – hanno dimostrato grande attaccamento alla nostra azione, sono davvero orgoglioso di essere sostenuto da questa maggioranza per la qualità dei rappresentanti e per i suggerimenti dimostrandosi pronti a cogliere questa sfida di cambiare la Calabria. Non voglio un governissimo, assegno una grande funzione all’opposizione, che deve essere la coscienza critica. Non vorrei però che l’atteggiamento dell’opposizione fosse improntato a vecchi vizi e pregiudizi ideologici e a difese di posizioni conservatrici”.

“Dobbiamo evitare di fare il libro dei sogni – ha aggiunto – ai miei collaboratori ho detto che il nostro governo dev’essere il governo delle cose concrete. Le linee programmatiche devono indicare una visione, non essere un’enciclopedia”. Per Occhiuto, “non può esserci una regione che si sviluppa solo con il turismo, ma si sviluppa con più asset. La sviluppiamo se riusciamo a fare un grande piano di attrazione degli investimenti dall’esterno. Solo così possiamo sviluppare la Zes di Gioia Tauro: ci sto provando, sto chiedendo che il governo faccia moral suasion con le grandi multinazionali”.

“E ricordiamo – ha rilevato il presidente della Regione – che il porto di Gioia Tauro si è sviluppato finora per inerzia e non per precise scelte politiche. Non è facile perché la reputazione della Calabria non è grandissima”.

cchiuto ha replicato poi alla leader del centrosinistra Amalia Bruni, che ha contestato la metodologia del programma criticando l’assenza di un riferimento alla ‘ndrangheta: “L’ho detto più volte che la ‘ndrangheta mi fa schifo e ho inviato le mie liste all’ìAntimafia a differenza di altri candidati escludendo candidati anche senza alcun problema solo perché non volevo che ci fossero zone d’ombra. Ma sono stanco del fatto che la ‘ndrangheta venga utilizzata comune alibi per non fare lo cose: in Calabria le cose si possono fare, lo dice uno come me che non ha mai ricevuto un avviso di garanzia. La ‘ndrangheta non si combatte scrivendone la parola nel programma ma si combatte con i fatti e creando le condizioni di sviluppo”.

Un passaggio del suo intervento Occhiuto l’ha dedicato alla sanità. “Mi dispiace che mi si dica che devo chiedere l’azzeramento debito e me lo chiede la parte politica che è stata presa a pesci in faccia dai propri governi, ci sono stati presidenti che hanno minacciato di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi senza avere nulla mentre io sono riuscito in 50 giorni a ottenere quello che altri non hanno avuto in 50 anni. Lo trovo disonesto. Oggi – ha rivelato il governatore, che è anche commissario della sanità – nel decreto Pnrr sta passando un altro emendamento, concepito dal sottoscritto, che assegna alla struttura commissariale anche 900 milioni dell’ex articolo 20 che galleggiavano, l’ho concordato con il ministero della Salute. So che oggi possiamo chiedere il massimo. Quando dimostriamo che avremo determinato un punto di rottura rispetto al passato possiamo rivendicare azzeramento del debito, ma non voglio farlo se ancora non abbiamo dato prova di quello che sappiamo fare”.

Sulle infrastrutture, per Occhiuto “dobbiamo pretendere da Anas e Rfi di fare la progettazione su tutte le opere strategiche perché ho timore che sulle risorsa e del Pnrr accadrà quello che è avvenuto con le risorsa Ue, nel senso che l’Europa darà priorità alle risorse per gli interventi che sono avanti con la progettazione”.

Molto articolato era stato il dibattito in Consiglio regionale. Per la maggioranza di centrodestra sono intervenuti Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia), Pietro Raso (Lega), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Giuseppe Mattiani (Forza Italia), Giuseppe Graziano (Udc). Per l’opposizione di centrosinistra sono intervenuti Amnalia Bruni (Misto), Nicola Irto, Ernesto Alecci, Domenico Bevacqua e Raffaele Mammoliti (Pd), Davide Tavernise e Francesco Afflitto (M5S), mentre per la minoranza del polo civico De Magistris presidenti sono intervenuti Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo.

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