Il tavolo dei lavori del G7 del commercio di Villa San Giovanni
2 minuti per la letturaUltima giornata di lavori per il G7 del commercio a Villa San Giovanni; Tajani su Gioia Tauro: «Il futuro è un hub per fonti energetiche»
VILLA SAN GIOVANNI – La ridefinizione del commercio internazionale in base alle nuove prospettive e una «forte presa di posizione unanime» sulla necessità di rafforzare gli scambi internazionali a beneficio della «crescita globale» mantenendo condizioni di maggiore equità.
Sono stati questi i punti fondamentali approvati nel documento conclusivo della seconda giornata del G7 del Commercio internazionale che si è concluso ieri a Villa San Giovanni.
La provincia e la città di Reggio Calabria sono state luogo di confronto dei sette grandi paesi ad economia liberale con paesi diversi, quali sono stati quelli partner «così che i primi non si chiudano nelle loro torri d’avorio in difesa delle loro situazioni economiche ma continuino a dialogare – ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani – accanto a loro anche il mondo delle imprese dei paesi più industrializzati rappresentati nel B7, tutti presenti per parlare di politica industriale legata alle esportazioni e confrontarci con i mercati che possiamo esplorare».
Un format, quello del B7, inaugurato nella ministeriale calabrese e che Tajani rivendica come un successo da riproporre perché «la cooperazione pubblico-privato è fondamentale in un settore così importante».
Quattro le tematiche intorno alle quali si sono svolte i lavori: rafforzamento internazionale come elemento per la crescita globale anche attraverso la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio; parità di condizioni per l’accesso ai mercati terzi per favorire l’export delle nostre imprese; commercio e sostenibilità ambientale; infine, la resilienza e la sicurezza economica.
G7 DEL COMMERCIO, TAJANI SUL PORTO DI GIOIA TAURO
A margine della due giorni anche una serie di incontri bilaterali che hanno consolidato le relazioni dell’Italia con i paesi ritenuti fondamentali per lo sviluppo dei rapporti commerciali italiani.
«Abbiamo scelto la Calabria per prestare attenzione a una regione che merita di crescere e che grazie al Porto di Gioia Tauro può diventare un punto di riferimento per il commercio internazionale» ha affermato il ministro degli Esteri.
Tuttavia, al di là dei numeri ottimi che sono stati presentati e dell’eccellenza nella logistica che rappresenta, lo scalo soffre della mancanza di investimenti per il retroporto, proprio per questo Tajani spera che l’attenzione riservata in questi giorni «sia foriera di buone notizie e possa portare nuovi investitori».
L’obiettivo futuro per il porto di Gioia, dunque, è quello di valorizzarlo «pensando anche ad un grande hub che possa essere un raccoglitore delle fonti energetiche da distribuire sul territorio europeo. Su questo – conclude il titolare della Farnesina alla fine della due giorni sul commercio – non abbiamo cambiato idea».
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