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Attesa a Reggio Calabria la composizione (extra partiti) della squadra di Giuseppe Falcomatà in chiave “Giunta del sindaco”, i Dp di De Gaetano in appoggio esterno ma il gruppo si sfalda, Pd sul piede di guerra

REGGIO CALABRIA – Fine ed inizio anno convulsi per la politica reggina e scenari sospesi ed incerti ma aperti a qualunque colpo di scena a partire già dalle prossime ore che potrebbero portare anche al blitz dell’annuncio di “una giunta del sindaco”, priva, però, di parti importanti della maggioranza come il partito dello stesso Falcomatà, il Pd e l’altro maggiore alleato di governo come i Dp di De Gaetano.

Un blitz che condurrà immediatamente all’uscita dalla maggioranza sia di Pd che di Dp (che, a dire il vero, già a vigilia di Capodanno l’ha ufficializzata al primo cittadino) con l’ufficializzazione del solo appoggio esterno e porterà, a stretto giro di posta, ad una mozione di sfiducia per il sindaco. Gli indizi che ci conducono ad un prossimo blitz con ufficializzazione di una nuova giunta ci sono tutti dopo le tensioni degli ultimi giorni. Vigilia di Capodanno, infatti, il sindaco ha chiesto alla segretaria comunale Criaco di non prendere impegni nè per Capodanno, nè per il 2 gennaio. Ragion per cui, si subodora, che, già nelle prossime ore o tutt’al più nella giornata di mercoledì, il sindaco annuncerà, dopo logoramento e rottura con la sua maggioranza, una giunta personale ed extra partitica.

Reggio Calabria, Giunta del sindaco tra teatrini e colpi di teatro

Dopo i teatrini (come il consiglio comunale della pace di sabato scorso in cui il sindaco minimizzava l’abbandono dell’aula da parte della sua maggioranza lo scorso 12 dicembre e Pd e Dp, dal canto loro, che lodavano gli storici traguardi conseguiti con il proprio sindaco, ndr) ed il “coup de teathre” avvenuto la stessa sera (quando Falcomatà, dopo aver dato auguri e appuntamento al nuovo anno ai suoi consiglieri, chiamava il segretario regionale del Pd, Irto, annunciandogli una riduzione di poltrone, solo due interne anzichè le tre previste, e decretandone, però anche lui stesso i nomi, scatenando l’ovvia reazione del numero uno del pd calabrese) tutto ormai conduce ad un precipitare degli eventi.

Il colpo di teatro di sabato notte di Falcomatà, infatti, non è stato infatti solo un bluff. Lo stesso sindaco, non tenendo in alcuna considerazione la reazione di Irto e la volontà del partito, è andato avanti, contattando i due assessori democrat uscenti della sua giunta (Albanese e Nucera) per annunciare loro la riconferma. Falcomatà ha dovuto, però, in questo caso incassare il loro diniego, allineati e coperti agli ordini e posizione del partito.

Dp spaccati in due tronconi

Nella stessa giornata di domenica i Democratici e progressisti, che avevano, invece, già chiuso l’accordo con Falcomatà per la giunta (con due poltrone), dopo avere passato una mattinata a discutere sullo schema ipotetico dei due nomi da presentare al sindaco e non trovando la quadra per una sorta di incomprensibile atteggiamento ostruzionistico del consigliere Malara, hanno fatto dietrofront, e complici anche i rumors della frattura del Pd con Falcomatà, hanno optato per interrompere la trattativa con il sindaco al quale assicureranno solo appoggio esterno in consiglio comunale.

Una scelta decretata dal leader del partito Nino De Gaetano (appoggiato da Malara) che ha visto, però, il gruppo spezzarsi in due tronconi con Burrone e Castorina, da sempre vicinissimi a Falcomatà, dissentire ed annunziare, fin da subito il loro supporto al sindaco. Di lì a qualche minuto la decisione dell’appoggio esterno è stata comunicata ufficialmente da De Gaetano a Falcomatà che ha replicato secco: «Peccato che ne avete persi due», segnale inequivocabile che il sindaco è beninformato, quasi in tempo reale, di quanto accade dentro gli altri partiti. Quasi a confermare quanto il Pd sostiene da mesi e cioè che Falcomatà sta facendo occupare postazioni tra partiti e movimenti di csx (vedi caso Muraca, ndr).

La posizione del Pd

Il Pd locale e regionale intanto, appare, invece, compatto e granitico nell’intento unitario di non farsi imporre linea, criteri e diktat da Falcomatà nell’indicazione dei propri nomi. L’unico passo indietro sul documento di sfiducia annunciato in questi giorni e non ancora formalizzato è stato dettato da un mero tatticismo, dal fatto che il sindaco non ha ancora, a differenza di quanto annunciato finora non ha ancora presentato la nuova giunta senza democrat.

Nello scacchiere della politica ad azione seguirà azione ma intanto c’è da registrare che la crisi politica che sta arroventando il terzo tempo di Falcomatà (rientrato in campo a metà del secondo mandato grazie al ribaltone della Cassazione dopo lo stop imposto dalla lex Severino per il caso Miramare) e tutta avviluppata attorno alla composizione del nuovo esecutivo che dovrebbe accompagnare i due restanti anni di sindacatura del primo cittadino, rischia, invece, di fare saltare davvero il banco e di mandare tutti alle urne. Ipotesi che, visto il ghiotto aumento degli appannaggi di sindaco, consiglieri e giunta appena scattato proprio a Capodanno, fa tremare i polsi e non solo ai consiglieri comunali di maggioranza.

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