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Jole Santelli durante il suo intervento

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SAN LUCA (REGGIO CALABRIA) – Un sole splendente ha accolto questa mattina tanti tra rappresentanti delle istituzioni e persone che, nel rispetto delle norme Covid, hanno accolto l’invito del Presidente della Regione Jole Santelli a volersi ritrovare nel paese aspromontano per ricordare Giovanni Falcone.

Tanti tra parlamentari, consiglieri regionali, la Giunta regionale al completo e il Presidente del Consiglio, sindaci con la fascia tricolore e anche molti giovani, in una giornata di grande unità per costruire una Calabria orgogliosa della sua ripartenza.

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«Venire a San Luca significa sfidare la retorica – ha detto Jole Santelli – per dire che le parole di Falcone e la sua storia sono reali proprio in questi territori, nei quali le persone perbene sono tante e devono camminare con la schiena diritta. A loro dico che le istituzioni sono al loro fianco. Oggi nessuno di noi ha una maglietta politica, siamo istituzioni e siamo persone. Siamo soprattutto oltre che ruoli, persone che oggi vogliamo dire che questa Calabria ha diritto ad altro, ha diritto al meglio, ha diritto ad avere quello che merita. E la parte più bella della piazza sono queste fasce tricolori».

Prima del suo intervento è stato proiettato un video composto da Giulio De Gennaro «che oltre ad essere un giornalista – ha detto Santelli – è figlio del prefetto De Gennaro, uno dei migliori amici di Giovanni Falcone, credo che nel video si trasmetta quanto ci sia di emotivo e di affettivo, per questo abbiamo voluto completare questa giornata con questo video».

Particolarmente sentito l’intervento di Sergio De Caprio, oggi assessore all’Ambiente della Regione Calabria ma che nel 1993, da “Capitano Ultimo” riuscì ad arrestare Totò Riina: «Per me è un grande onore – ha detto – sono nel posto che mi appartiene, sono sulla strada, sulla piazza di un piccolo paese dove ho vissuto, dove abbiamo combattuto io e tanti altri carabinieri, tanti altri poliziotti, gente povera, figli di questi paesi e di questa cultura. Siamo qui dove la vita non fa sconti. In questa strada dove si cade e si muore, dove tutto è vero. Sono qui a ricordare Giovanni Falcone, a ricordarlo per esserci stato accanto come uno di noi, una persone fragile come noi, isolato, abbandonato, delegittimato, deriso, che però nella derisione e nell’abbandono cercava di costruire qualcosa di grande cioè la lotta alla mafia. Dovunque ha fatto questo prima di morire».

«Siamo qua – ha proseguito De Caprio – per dire all’Italia, insieme al popolo calabrese, alle famiglie, ai cittadini, alle persone che sono la vera autorità, che sono il vero Stato, lo Stato delle comunità, che non accetteremo il pizzo, la violenza, le estorsioni, violazioni nel mondo del lavoro, perché siamo un popolo povero, semplice, che però nella fratellanza e nel mutuo soccorso ha superato la carestia, la fame, la guerra, e come ci hanno insegnato i nostri nonni saremo ancora una volta fianco a fianco e come hanno vinto loro vinceremo noi»

Non è mancato un passaggio della presidente della Regione Calabria sulla pandemia per il coronavirus: «Ci sono stati vari momenti in cui – ha detto Jole Santelli – chiusa in quell’ufficio alla Regione mi sono detta “ma chi me l’ha fatta fare”. Poi guardo una giornata come oggi e mi dico “meno male che l’ho fatto”».

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