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Il Comune di Villa San Giovanni scrive al ministero chiedendo di fermare la conferenza dei servizi del Ponte sullo Stretto
VILLA SAN GIOVANNI -Dettagliando le ragioni del proprio no al Ponte sullo Stretto, la Città di Villa San Giovanni ha chiesto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la sospensione delle Conferenza istruttoria dei servizi, reiterando la richiesta già avanzata in due precedenti occasioni insieme alla Città Metropolitana di Reggio Calabria e al Comune e alla Città Metropolitana di Messina, almeno «fino all’esito della procedura di Valutazione di impatto ambientale, integrata con la procedura di Valutazione di incidenza ambientale e la verifica del Piano di Utilizzo delle Terre e Rocce da Scavo, nonché fino al termine di presentazione della cosiddetta progettazione per fasi costruttive progressive».
VILLA CHIEDE DI FERMARE L’ITER DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI
L’ente motiva la propria istanza, tra gli altri aspetti, come diretta conseguenza della conversione in legge del cosiddetto Dl Infrastrutture che aggiorna le modalità di approvazione del progetto esecutivo prevedendo che possa avvenire anche per fasi costruttive. Secondo il Comune questo «comporta una necessaria sospensione dell’attuale conferenza dei servizi al fine dell’indizione di specifiche conferenze di servizi per ciascuna delle cosiddette “fasi costruttive”».
Nell’atto indirizzato al dicastero di Matteo Salvini gli amministratori di Villa ribadiscono che agli enti viene chiesto di pronunciarsi sui contenuti progettuali ma gli approfondimenti documentali richiesti nella procedura di Valutazione di impatto ambientale prodotti dalla Stretto di Messina, «non sono mai stati effettuati – rimanendo le indagini di campo e le nuove analisi – solo un buon proposito rispetto alla relazione di aggiornamento del progettista, ma nei fatti nulla di più».
LA QUESTIONE DELLE OPERE PRELIMINARI
Al Mit, facendo seguito all’invio dell’8 luglio, sono state dettagliate con relazione e accompagnate dal quadro economico le opere preliminari ritenute indispensabili all’apertura dell’eventuale cantiere: le richieste hanno un costo di 135 milioni di euro e riguardano le reti idrica, fognaria, di pubblica illuminazione e la viabilità alternativa.
Dal Comune annunciano inoltre: «A breve produrremo il costo del monitoraggio ambientale che la Città deve avere da subito, perché non si può correre alcun rischio su questo tema».
La sindaca Giusy Caminiti, la giunta e il gruppo consiliare “Città in Movimento” sottolineano di aver fatto la loro parte «adempiendo ad entrambi i temini dettati dal Mit e dal Mase – ribadendo – chiaro e con forza che il compito dell’ente è tutelare la Città e i suoi abitanti, perché oggi siamo chiamati ad esprimerci su documenti progettuali, su atti e non su ipotesi di sviluppo trasportistico e/o di crescita economica».
Alla Commissione di Via-Vas del ministero dell’Ambiente chiamata a esprimersi sull’opera di cui è concessionaria la Stretto di Messina, il Comune di Villa ha trasmesso le nuove osservazioni alle controdeduzioni della società, approfondendo punto per punto il perché «del giudizio insoddisfacente che è stato espresso» e spiegando che quella che emerge è la «non esaustività, omissività e parzialità delle stesse controdeduzioni, che non soddisfano la Città di Villa San Giovanni».
PONTE SULLO STRETTO, VILLA: «INCOMPLETEZZA DOCUMENTALE»
Il comune, in sostanza, ritiene impossibile “pronunciarsi nei limiti dei contenuti progettuali interessati dalle prescrizioni” ministeriali come prevede la procedura, poiché «ancora una volta – osserva l’ente municipale come vengano rinviati – al progetto esecutivo indagini, prove e progettazioni di opere essenziali per definire in modo completo ed esaustivo la fattibilità dell’opera e la completezza della progettazione definitiva, specialmente per la Città di Villa San Giovanni sulla quale con il cantiere ponte incomberà, di fatto, un’interruzione netta della continuità territoriale, suddividendo la stessa Città in due parti. In un simile contesto, stante l’incompletezza documentale, non siamo stati posti nelle condizioni di esprimere un giudizio di compatibilità ambientale né risulta essere possibile l’approvazione del progetto».
La posizione di Villa San Giovanni ha trovato riscontro in quelle espresse da altri enti: «segno che tutti, con grande senso di responsabilità, ci siamo approcciati ai pareri richiesti con metodo tecnico-scientifico», precisano dal Comune, ribadendo l’intenzione di voler continuare ad approfondire ogni aspetto con cognizione e «con l’aiuto di professionisti di altissimo livello, che hanno coadiuvato la nostra commissione territorio».
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