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L'intervento del ministro Mara Carfagna

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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – La Calabria si è presentata ieri all’Expo di Dubai con un focus sul porto di Gioia Tauro. Scenografie e musiche da film come quelle di Ennio Morricone, immagini romantiche per far vedere un pezzo del territorio regionale evoluto. Anzi, il più evoluto possibile. In effetti è così perché in Calabria l’unico pezzetto di terreno globalizzato che interagisce con il resto del mondo è proprio quel grande terminal dove arrivano gigantesche navi e lasciano in movimento milioni di container. Quelle scatole di ferro, nelle quali a partire dagli anni ’60 del secolo scorso viaggia la merce in tutto il globo.

Bello ed affascinante il progetto culturale “Vedrai ciò che prima desiderasti”, realizzato dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, guidata dal presidente Andrea Agostinelli. Ma solo una parte di esso è stato realizzato il resto, quello che da oltre 25 anni si aspetta di vedere è cioè uno sviluppo ordinato che crei valore aggiunto nel retro porto si sogna ancora di poterlo vedere.

Agostinelli: «il sogno continua»

Ovviamente, quella di ieri è stata una giornata di festa, tra lustrini e cotillons come nelle migliori tradizioni, con annunci ed auspici e tanti sospiri.  Queste le parole di Agostinelli: «Abbiamo lavorato tanto per realizzare questo sogno e tanto altro faremo. Abbiamo portato avanti importanti lavori di infrastrutturazione, il gate way ferroviario è partito e completeremo i cantieri finanziati con i fondi del Pnrr». Ed è vero! Ciò che era possibile l’Autorità di Sistema Portuale l’ha fatto. Adesso si aspettano altri soggetti a dover fare e possibilmente non solo film. Presenti i Ministri Carfagna e Giovannini, da remoto il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, l’Amministratore delegato di Mct Antonio Testi che ha spiegato i piani di investimento nei prossimi anni per far aumentare i volumi su Gioia Tauro.

Occhiuto: «l’Italia si è dimenticata del Mediterraneo»

«Ho voluto dedicare questa giornata al porto di Gioia Tauro – ha detto Occhiuto – perché l’Italia si è dimentica del Mediterraneo nel corso degli anni e soprattutto si è dimenticata di avere nel cuore del Mediterraneo un porto straordinario, quello di Gioia Tauro, che si è sviluppato più per inerzia che per volontà politica, ma che è diventato una delle principali infrastrutture del sistema europeo e mondiale. È un peccato che tutto ciò non riverberi sviluppo in Calabria, nel Mezzogiorno e nel Paese, attraverso la crescita di attività industriali in quell’area. Sono molto felice dell’intervento del procuratore Gratteri (che potete leggere in basso), perché un altro luogo comune che dobbiamo sfatare è quello per il quale in Calabria non si possa investire perché c’è la ‘ndrangheta. Non deve essere così. La ‘ndrangheta fa schifo, ma non deve diventare un alibi per non fare gli investimenti».

Accelerazione sul rigassificatore

«Il porto di Gioia Tauro si sviluppa se riesce ad attrarre investimenti. Sorgenia, ad esempio, ha in pancia un investimento per la costruzione di un rigassificatore a Gioia Tauro, con tutte le autorizzazioni già pronte, anche se da aggiornare. Su questo progetto chiederemo al governo di accelerare l’iter. Vorremmo collegare al rigassificatore anche la piastra del freddo. Gioia Tauro, in questo modo potrebbe produrre surgelati per metà Europa, una possibilità incredibile per tutto il territorio. La Zes di Gioia Tauro potrebbe diventare un grande distretto dell’agroalimentare che valorizzi anche l’agricoltura calabrese».

Carfagna: «rilanciare il ruolo della portualità e delle Zes»

«Oggi – ha invece detto il Ministro per il Sud, Mara Carfagna – abbiamo avuto l’occasione di raccontare il valore della sua portualità e delle prospettive che si aprono nel futuro. Gioia Tauro è già oggi il primo porto italiano, il sesto del Mediterraneo allargato e l’ottavo in Europa. Sono certa che con l’imponente piano di infrastrutturazione previsto dal Pnrr e il nuovo impulso per la Zes calabrese questa performance potrà essere ulteriormente migliorata. La Zes Calabria – ha spiegato il ministro – potrà contare su 111,7 milioni di euro, che andranno a modernizzare e rafforzare il porto e l’area industriale di Gioia Tauro (43,5 milioni di euro per il potenziamento del raccordo stradale con i corridoi europei, il primo lotto di collegamento con la SS18 e il completamento della banchina di ponente) e altre importanti aree industriali, come quelle di Rosarno e Sibari. I porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni avranno a disposizione rispettivamente 6,5 e 4 milioni per opere infrastrutturali. Tra il Pnrr e il Fondo Complementare ci sono 11,2 miliardi di euro per completare la linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, con l’abbattimento dei tempi di percorrenza di 80 minuti e un consistente aumento del numero dei treni».

Dal treno ad idrogeno al raccordo ferroviario

C’è stato chi, poi come Alstom Ferroviaria, una grande multinazionale che sta sviluppando treni a idrogeno, come ha spiegato l’ad Michele Viale, ed è interessata a sviluppare un concetto sinergico con il porto» di Gioia Tauro.  «L’intervento di Rfi sul porto di Gioia Tauro si colloca negli interventi del Pnrr» per un valore di 60 milioni di euro, con i quali – ha spiegato la presidente di Rfi Anna Masutti- «si prevedono degli interventi di raddoppio della bretella di collegamento San Ferdinando-Rosarno», una «una sistemazione dell’impianto di Rosarno per la realizzazione di un binario a modulo 750» e «la revisione dell’impianto di San Ferdinando per la realizzazione di binari sempre con un modulo a 750. Ora vi è una fase ora di trattative con Rfi per le attività di natura patrimoniale necessarie per il trasferimento della proprietà dalla regione, al fine di consentire l’avvio dei lavori. Siamo in fase di definizione della progettazione complessiva, che dovrebbe terminare a dicembre, però già a maggio di quest’anno possono iniziare i lavori che si completeranno nel 2026»

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