Domenico Creazzo
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – «Sono mortificato per l’accaduto, ma basta con la speculazione politica sulle elezioni regionali in Calabria. La decisione di candidare Creazzo è stata solo mia. Il suo arresto è grave, ma dalla Commissione parlamentare antimafia non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione». Lo afferma, in una dichiarazione, Edmondo Cirielli, commissario provinciale di Reggio Calabria di Fratelli d’Italia e Questore della Camera, in relazione all’operazione Eyphemos, che, martedì scorso, ha portato all’arresto di 65 persone, tra cui il neoconsigliere regionale di Fdi Domenico Creazzo (LEGGI LE NOTIZIE SULL’OPERAZIONE).
«Come dichiarato dal Procuratore della Dda di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri – aggiunge Cirielli – l’inchiesta giudiziaria non riguarda sigle politiche o partiti ma singole persone. FdI non ha, come non li ha nessun partito, strumenti ispettivi sui candidati. La nostra lista, come le altre, è passata al vaglio della Commissione parlamentare antimafia guidata da Nicola Morra (M5s). Ebbene, nessuno dei nostri candidati, compreso Creazzo, è stato “segnalato” da tale organismo alla vigilia della tornata elettorale. Segno che era una persona che mai aveva dato adito a sospetti. Dunque, non vi era alcun motivo per non candidarlo».
«Inoltre – dice ancora il Commissario di Reggio Calabria di FdI – è stato inserito in lista perché incensurato ed appartenente al Corpo della Guardia di finanza. Nel corso di tanti anni, tra l’altro, sia da sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte che da ex vice presidente del Parco nazionale d’Aspromonte, non è stato mai coinvolto in alcuna indagine giudiziaria o, come detto, sospettato di alcunché. Se uno appare pulito, solo le forze dell’ordine e la magistratura, a cui ribadiamo la nostra totale fiducia, possono dimostrare il contrario. D’altronde, anche da quello che si legge sui giornali ed emerge dalle prime carte processuali, Creazzo non era una persona legata alle cosche ma che, in occasione della campagna elettorale, avrebbe commesso un reato. E, quindi, dopo la nostra scelta di candidarlo al Consiglio regionale».
«Ovviamente speriamo, sul piano umano – conclude Cirielli – che alla fine possa dimostrare la sua estraneità alle accuse. In caso contrario FdI e in primis il sottoscritto, che si è fidato di lui, saremmo vittime di tale vicenda».
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