Il Comune di Africo
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Tre Comuni sciolti per mafia che si riaffacciano alla democrazia. Il turno straordinario delle elezioni amministrative ha regalato tre nuovi sindaci ad Africo, San Giorgio Morgeto e Sinopoli, tutti in provincia di Reggio Calabria. Si è votato nella sola giornata di ieri dalle 7 alle 23.
E’ mancato il “battiquorum”, così come avvenuto anche per lo scorso turno elettorale, in quanto a causa dell’emergenza Covid-19 l’asticella del 50% + uno degli aventi diritto al voto è stata notevolmente abbassata, al 40%, permettendo tra l’altro di escludere dal computo i cosiddetti cittadini Aire, quegli italiani che sono residenti all’estero ma che continuano ad avere la residenza nel comune italiano.
Una beffa, tra l’altro, proprio nei piccoli comuni del Mezzogiorno che negli anni hanno patito una maggiore emigrazione e che poi troppo spesso si sono visti anche nell’impossibilità di eleggere un sindaco perché i concittadini ormai emigrati ancora pesavano nel calcolo del quorum.
E’ così che già prima dello spoglio Sinopoli ha potuto festeggiare il nuovo sindaco. Era l’1 agosto del 2019 quando il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’interno Matteo Salvini, tenuto conto delle forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, deliberò lo scioglimento del Consiglio comunale di Sinopoli, affidandone la gestione a una commissione straordinaria.
Nel paesino di poco più di 2200 residenti nel cuore della Piana di Gioia Tauro, Francesca Sergi, candidata sindaco dell’unica lista in campo, è stata la prima dei tre a poter festeggiare. L’affluenza è stata del 38,97%, molto di più scorporando i quasi mille residenti all’estero.
Sindaco eletto anche ad Africo, il cui scioglimento era stato deliberato il 2 dicembre 2019 per la presenza di “forme d’ingerenza della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione nonché il buon andamento ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica”, come cristallizzato nella relazione inviata al presidente della Repubblica dal ministro dell’Interno Lamorgese.
Nel centro della Locride la sfida delle urne (2345 gli aventi diritto al voto) è stata tra Domenico Modaffari (Africo in alto), in netto vantaggio nello spoglio, ed Enzo Antonio Caccavari (Democrazie Diritti e Libertà). Affluenza (compresi i residenti Aire) al 55,01%.
In particolare, Modaffari ha ottenuto 1.035 voti e una percentuale del 97,37%, mentre Caccavari si è fermato a 28 voti e una percentuale del 2,63% delle preferenze
A San Giorgio Morgeto (borgo preaspromontano di tremila anime) il prefetto, su delega del ministro dell’Interno, il 19 febbraio 2019 ha disposto un accesso ispettivo per verificare l’eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso, e il 21 dicembre il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale.
Anche qui un duello, tra Vincenzo Marrapodi (Rialzati San Giorgio) e Salvatore Valerioti (Obiettivo Comune). Valerioti ha ottenuto il 65,07% con 1.263 voti, contro Marrapodi che si è fermato a 678 voti.
Tre comuni sciolti per mafia che hanno dato grande prova di democrazia dopo anni di commissariamento.
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