Massimo Ripepi
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – Bufera su Massimo Ripepi, costretto a sospendersi da Fratelli d’Italia, per una storiaccia (nella quale comunque non è indagato) venuta fuori da un documento del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, che dispone l’affidamento urgente di una bimba di 9 anni ai servizi sociali, previa sospensione della responsabilità genitoriale del padre e della madre, a seguito dell’abuso perpetrato dallo zio della minore.
Il consigliere comunale di FdI, uomo di punta dei meloniani dello Stretto, e guida spirituale della Chiesa Cristiana di Catona, avrebbe consigliato i genitori della bimba abusata dallo zio di non denunciare le violenze, dopo averli convinti a mandare la piccola in casa con l’uomo condannato in passato per i medesimi reati.
A caldo l’esponente del centrodestra reggino replica minimizzando quanto venuto fuori dal decreto e invia richiesta di sospensione dal partito per «dimostrare la mia estraneità a quanto mi viene sollevato e non può in alcun modo essere coinvolto FdI in una accusa così infamante e infondata».
Al partito non ci pensano un minuto di più accogliendo la richiesta: «Ci auguriamo che quanto emerso su Massimo Ripepi non corrisponda al vero e che riesca a dimostrare la sua completa correttezza umana ancora prima che politica. In attesa che questo avvenga comunico che è stata accolta la richiesta di sospensione dal partito formulata dallo stesso Ripepi», il sigillo della deputata e coordinatrice regionale Wanda Ferro.
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