Tiberio Bentivoglio
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – L’imprenditore Tiberio Bentivoglio, simbolo dell’antimafia a Reggio Calabria, è a rischio sfratto (LEGGI) e Klaus Davi corre in suo soccorso. Il titolare – assieme alla moglie – della “Sanitaria Sant’Elia”, ubicata in un bene confiscato sul lungomare di Reggio Calabria, ha ricevuto dal Comune di Reggio Calabria una lettera di messa in mora con intimazione a pagare gli affitti arretrati, tremila euro al mese per gli ultimi cinque anni.
«Solo cinque mesi fa – scrive Klaus Davi – Demetrio Delfino, esponente dell’amministrazione Falcomatà, difendeva la scelta della giunta di affidare un Covid Hotel a un imprenditore giudicato dal boss Carmine De Stefano “roba sua”. E con quanta infantile e sfrontata (e disinformata?) protervia Delfino dettava comunicati ai giornali in cui difendeva strenuamente la controversa scelta, e per fortuna foto e testi della sua presa di posizione sono scolpiti nel web qualora qualcuno volesse approfondire le vere ragioni “politiche”».
«Oggi apprendiamo che la stessa amministrazione – prosegue Davi – ha mandato una sorta di minaccia burocratica a un simbolo dell’antimafia come Tiberio Bentivoglio. Crediamo che ora debba prevalere il buon senso e auspichiamo che si possa individuare una mediazione con Bentivoglio».
«Da Reggio – conclude – non può partire un messaggio secondo cui solo un certo tipo di imprenditore viene “premiato” (amico degli amici) mentre chi contrasta il crimine viene lasciato solo».
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