INDICE DEI CONTENUTI [Mostra]
Aldo Maria Morace, presidente della Fondazione Alvaro dopo lo scioglimento: «Io, volontario a San Luca ora cito per danni il prefetto», e ancora «esempio di lotta alla ’ndrangheta che la lascia in pace»
«Per quarant’anni ho servito lo Stato. Sono incredulo, esterrefatto. Non ho dormito stanotte per il disgusto. Ho lavorato per la mia terra per tutta la vita, senza chiedere mai un rimborso, da volontario». La quieta ira di Aldo Maria Morace, docente universitario, italianista, studioso di Deledda e Pirandello, presidente del Cda della Fondazione “Corrado Alvaro”, ricevuto da Mattarella e da Papa Francesco.
LEGGI ANCHE: San Luca, sciolto il Cda della Fondazione Corrado Alvaro – Il Quotidiano del Sud
Che è successo, professore?
«Un bell’esempio di lotta contro la ‘ndrangheta che lascia in pace la ‘ndrangheta. Una forma di persecuzione. E devo dirle una cosa: con i precedenti commissari e prefetti abbiamo avuto un rapporto perfetto. Priolo mi nominò cittadino onorario di San Luca, e ne fui felice. Ci hanno tenuto sempre in un palmo di mano».
Nel documento prefettizio si dice che avete eroso la stabilità finanziaria.
«Poco più di ventimila euro di deficit in cinque anni, 1900 nel 2021. La Regione ha tagliato tutto. Noi abbiamo fatto di necessità virtù, sospendendo il premio letterario. Lei lo sa, ce ne sono tanti. Abbiamo preferito la parte scientifica e divulgativa, siamo andati nelle scuole. Nel periodo post Covid abbiamo fatto quaranta manifestazioni, 35 i libri curati dal presidente e dalla Fondazione, pubblicati con case editrici del valore di Garzanti e Bompiani. Tutti i materiali prodotti sono scaricabili sul sito».
Non tutte le Fondazioni lo fanno, molte sembrano a scopo di lucro.
«Siamo una Fondazione socialmente e culturalmente utile».
Con tutto il rispetto, la sagra della salsiccia prende più soldi pubblici di voi. Urgono report, ci vuole un commissario straordinario per le grandi abbuffate.
«Ci hanno sbattuto in prima pagina. Dicono che abbiamo depauperato il patrimonio. E invece, guardi un po’ lo abbiamo aumentato e valorizzato. In questi anni abbiamo comprato un appartamento adiacente a quello della Fondazione/Museo».
Avete risposto ai rilievi della Prefettura?
«Grazie a un avvocato amministrativista, pensavamo di avere risolto tutto. Ma qui c’è una certa ricerca della visibilità».
C’è un altro aspetto controverso. Membri del Cda vengono citati in quanto “parenti di”, “appartenenti alla famiglia di”.
«Nessun tipo di intreccio, e non ho alcun dubbio sulla onorabilità di queste persone. Si tratta di una avvocata che lavora fra Milano e la Locride, un’altra volontaria, una che lavora per il rilancio del territorio, peraltro parente anche di Corrado Alvaro. Nei paesi è così, mi limiterei ad aggiungere che anche questo tipo di rilievo è incostituzionale. E a proposito di Costituzione…»
Dica.
«Le cito l’articolo 9. La “Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica…”. E invece a San Luca la stanno smontando, mettendo a rischio tutte le manifestazioni previste per il 130esimo dalla nascita. Un convegno internazionale, un’edizione nazionale dell’opera omnia di Alvaro. Al presidente Occhiuto ho scritto: “Quale sarebbe il destino della Fondazione, depauperata di questi apporti e del Comitato scientifico, i cui membri hanno accettato di essere tali in virtù della credibilità della Fondazione e dei suoi massimi rappresentanti?».
Avevate altri progetti?
«Certo, per esempio la partecipazione al bando per i parchi culturali della Regione. Quale posto migliore di questo per un progetto del genere? Siamo un presidio culturale nel paese più difficile, il più offeso e dimenticato. Senza nemmeno lo stadio, immobile nella sua disperazione».
Che cosa succede adesso?
«Faremo ricorso al Tar, chiedendo la sospensiva del provvedimento. Io citerò per danni il Prefetto Clara Vaccaro, per danno morale e di immagine».
Riesce a darsi una spiegazione?
«Mi sono schierato in maniera netta dalla parte di un galantuomo come l’ex sindaco Bruno Bartolo, e per il ritorno della democrazia elettiva in paese. Questo può aver dato fastidio. E siccome la lotta alla ‘ndrangheta non dà risultati, il bersaglio più facile siamo diventati noi: professori universitari, studiosi».
Come si sente?
«Male, ma sollevato da un altro lato. Non mi toccherà più avere rapporti con questa gente. L’attuale commissario del Comune ha rifiutato un finanziamento alla Fondazione. Tranquillo, i soldi per la benzina li ho messi sempre io. Ho letto però che è stato nominato commissario straordinario della Fondazione Luciano Gerardis, ex presidente della Corte d’Appello. Siamo una regione di commissari! Gerardis è una bravissima persona, mi stupisco dell’intelligenza della scelta».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA