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L'ex sindaco di San Luca Bruno Bartolo

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Era proprio necessario arrestare l’ex sindaco di San Luca? Serviva la limitazione della libertà personale? Potrebbe Bartolo, reiterare il reato, inquinare le prove o fuggire? Onestamente non pare.


Nei primi giorni del giugno scorso, Bruno Bartolo, ormai ex sindaco di San Luca (e certo di non ricandidarsi) scrisse un’accorata lettera al Governo nazionale e a quello regionale sulla necessità di fare qualcosa per risvegliare (o far rinascere) la coscienza civica dei giovani abitanti di San Luca. Chiese un “Corso di formazione civica” indicando sull’orlo di quale baratro si trovava ormai la sua comunità. Nessuno gli rispose. Adesso l’hanno arrestato e mandato ai domiciliari anche per via dell’età (Bartolo ha superato i 75 anni) . Gli orrendi reati di cui si sarebbe macchiato l’ex sindaco sono: turbata libertà degli incanti, falso ideologico in atti pubblici, apertura abusiva di luoghi pubblici di spettacolo.

Serviva la limitazione della libertà personale? Potrebbe Bartolo, reiterare il reato, inquinare le prove o fuggire? Onestamente non pare. In primo luogo, in Comune, adesso, siede un commissario prefettizio e Bartolo non può metterci piede; carte e intercettazioni sono tutte nelle mani degli inquirenti e, infine, dove volete che vada l’ex sindaco? Ovvio che gli conviene starsene tranquillo in casa e aspettare un processo che sembra tutt’altro che proibitivo.

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NECESSARIO ARRESTARE L’EX SINDACO DI SAN LUCA? PROVIAMO A CAPIRE

Ma proviamo a capire cosa c’è dietro ai titoli di reato di cui sopra. Prima di tutto uno stadio, lo stadio di San Luca, intitolato al grande scrittore Corrado Alvaro che di San Luca era nativo. Lo stadio è stato costruito oltre vent’anni fa e non sembra mai aver avuto la completa agibilità. Tra il 2016 e il 2017 (in Comune c’era un Commissario prefettizio) lo stadio venne ristrutturato (manto erboso, muri, seggiolini ecc.) e inaugurato (ironia della sorte) con una partita tra Nazionale Magistrati e Nazionale Cantanti.

Era il 21 aprile del 2017 e, per la cronaca, i cantanti le suonarono ai magistrati per 4-3. Pare che, per l’evento, sia stata data un’autorizzazione provvisoria come, peraltro, succede per gli stadi di molte cittadine e paesi della nostra penisola. Le colpe di Bartolo? Aver permesso alla squadra del San Luca (allora in serie D) di giocare al “Corrado Alvaro” nonostante non fosse completato l’impianto di smaltimento dei liquami.

A dirla tutta, il sindaco completò poi l’impianto ma commise un grave reato: aprire una trattativa (ci sono le intercettazioni a dirlo) con il San Luca per la gestione dello stadio. Perché reato? Perché si doveva fare un bando pubblico. Anche se a San Luca l’unica società che avrebbe potuto gestire era, appunto, il San Luca. Davvero un grave delitto. A Genova, per la gestione dello stadio, il sindaco non fa bandi di gara, ma chiama i presidenti di Genoa e Sampdoria per proporre loro di occuparsi del “Luigi Ferraris” e per questo non l’hanno mai arrestato.

IL NODO DI UNO STADIO ATTIVO ANCHE SOTTO COMMISSARIAMENTO STATALE

Un’annotazione di merito: se lo stadio era inagibile e non andava usato, perché il San Luca ha potuto giocarvi centinaia di partite anche nel periodo in cui in Comune sedeva un Commissario prefettizio o addirittura una Commissione? Tenete a mente questa domanda, perché tornerà anche dopo.

L’altra questione riguarda la festa della Madonna di Polsi che si svolge il 2 settembre al famoso Santuario in Aspromonte nel territorio comunale di San Luca. Lo sanno tutti (e l’abbiamo scritto innumerevoli volte) che a Polsi, in occasione della festa, si riunivano gruppi mafiosi e che, a volte, vi si sono svolti veri e propri summit della ‘ndrangheta. Il 2 settembre di ogni anno salgono a Polsi migliaia di persone ed è dunque normale che vi si organizzi una specie di mercato con bancarelle che vendono cibo e oggettistica varia.

Sembra che i banchi siano stati autorizzati dal Comune in modo non del tutto corretto e che le cosche traggano vantaggi economici dal mercato. Nel 2023 furono costretti ad intervenire i carabinieri che contestarono contravvenzioni. Nel 2024, il commissario che regge il comune di San Luca ha deciso (quasi certamente su indicazione degli inquirenti) di vietare i banchetti. Ma il mercato di Polsi (stesso discorso fatto per lo stadio) si svolge da decenni e si è svolto anche sotto il governo del Commissario.

BARTOLO ARRESTATO PER DARE UN ESEMPIO?

L’ex sindaco Bruno Bartolo (che aveva già ricevuto quasi un anno fa, un avviso di garanzia) viene adesso arrestato (e finisce ai domiciliari solo per l’età) per questi reati. Sono gravi? Non sembra. Ci sono collegamenti tra il sindaco e la ‘ndrangheta? Non pare e, comunque, se ci fossero agirebbe la Dda di Reggio invece della Procura di Locri. Dall’ordinanza sembra emergere che, data la situazione criminale di San Luca, il sindaco ha il dovere di essere particolarmente attento e puntare alla totale trasparenza e legalità. Benissimo. Chi lo nega? Ma, dunque, Bartolo viene arrestato per dare una specie di “esempio” a chiunque (chissà quando) pensasse di candidarsi alla carica di primo cittadino. O forse, addirittura, si teme che abbia voglia di ricandidarsi alla sua età e con tutto quello che ha passato?

Non era possibile fargli avere un normale avviso di garanzia e portarlo il prima possibile al processo? Senza manette viene a mancare l’eco mediatica? Non vorremmo che questo aspetto abbia pesato sulla decisione della custodia cautelare.

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