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La lettera di Bruno Bartolo, sindaco uscente di San Luca, merita tutta l’attenzione di cittadini e istituzioni


Ascoltatelo! E rispondetegli! Lo diciamo a lei, on. Giorgia Meloni; a lei, signor ministro degli Interni Matteo Piantedosi; a voi, Governatore Roberto Occhiuto e alla sua vice, Giusy Princi; a lei dottoressa Clara Vaccaro, Prefetto di Reggio Calabria. Ve lo chiediamo in modo accorato, perché la lettera del sindaco uscente di San Luca, Bruno Bartolo, merita tutta la vostra (e la nostra) attenzione.
Perché un sindaco che chiede un sostegno per l’istituzione di un “Corso di formazione civica e politica per il rafforzamento della vita Democratica della Comunità di San Luca” è un uomo che ha visto il baratro della fine della convivenza civile e vi manda un messaggio chiaro: “Facciamo qualcosa prima che sia troppo tardi”.

Ci ha provato, Bruno Bartolo, accettando di candidarsi a sindaco, 5 anni fa (prese il 90,2%) dopo anni di commissariamento e decenni di pregiudizi che, dice: “sono come una cappa che ci offusca”. Chiese aiuto alle istituzioni. Ebbe qualcosa soprattutto all’inizio poi, un prefetto dopo l’altro, San Luca divenne un problema come ce ne sono tanti. E, invece, questo comune di 3.756 abitanti (censimento 2017) ha bisogno di una mano più forte, di un occhio più attento da parte delle istituzioni democratiche di questo paese.

Perché è anche colpa di tutti noi se al Nord si continua a credere che a San Luca si spari per le strade (fake news) o che è meglio non andarci perché dietro ai pensionati che ti guardano dal bar della piazza ci sono chissà quali ‘ndrine. Certo, c’è anche la ‘ndrangheta (meno che a Reggio Emilia o a Milano) ma a San Luca vivono e vogliono continuare a vivere tante persone per bene. Ma è difficile trovare un altro come Bruno Bartolo che voglia provarci. Anche perché il sindaco di San Luca è una specie di “sorvegliato speciale” da parte della Giustizia. E se ogni sindaco d’Italia è a rischio di commettere abusi d’ufficio quasi senza accorgersene, a San Luca, ogni due per tre, ti controllano per vedere quanto sei stato attento (o disattento, o complice) sul tema delle infiltrazioni malavitose.

Così l’ex sindaco (questi sono i suoi ultimi giorni in municipio) ha deciso di scrivere a tutti ammettendo (e ci vuole coraggio) che nel suo comune c’è un problema d’impegno democratico e una carenza di coscienza civile. Ma siccome Bartolo una coscienza civile ce l’ha, chiede un corso per spiegare ai giovani come si fa a costruirsela. E siccome, forse, è un ingenuo (ma ce ne fossero a migliaia di ingenui così) chiede che si parta dall’ABC, dalla scuola, dalla formazione. Chiede che l’eventuale corso sia coordinato dalla Fondazione intitolata al più grande scrittore calabrese: quel Corrado Alvaro che a San Luca nacque (ma dai, questa non la sapevo, ci nascono anche intellettuali?) nel 1895 e quel mondo ce lo ha raccontato in tanti bellissimi e durissimi romanzi.

E siccome, in realtà, Bartolo è ingenuo fino a una certo punto, non a caso parte dalla scuola. Perché a San Luca la scuola (Istituto comprensivo San Luca-Bovalino, circa 500 alunni) avrebbe bisogno della mensa necessaria al tempo pieno (“se i ragazzi stanno tutto il giorno a scuola, ci sono maggiori possibilità di insegnare loro cos’è il civismo”) e, magari, di un dirigente a tempo pieno. Quello attuale (“Persona bravissima e impegnata”) deve occuparsi di altre cinque scuole.

Cioè, tu hai un piccolo comune che, secondo la vulgata da Nord a Sud, sarebbe culturalmente e socialmente nelle mani della ‘ndrangheta, e permetti che la scuola di quel paese sia quasi abbandonata a se stessa? Hai un comune pluricommissariato, un uomo di una certa età (Bartolo ha 75 anni) si candida e accetta di fare il sindaco, ma quando ti chiede un dirigente amministrativo per il Comune (ruolo assolutamente chiave) gli fai sapere che San Luca non se lo può permettere per motivi economici? Ma andiamo…
Per questo, signore e signori che amministrate questo paese e questa regione, andate a cercarvi nella posta la lettera del sindaco di San Luca e provate a fare qualcosa. Perché la democrazia, il senso stesso della nostra comunità nazionale non sono facili da tenere insieme. E lasciare andare San Luca potrebbe essere un pessimo segnale.

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