Il sindaco e presidente della città metropolitana Giuseppe Falcomatà
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Il Comune e la Città Metropolitana di Reggio Calabria hanno presentato stamani il nuovo piano del fabbisogno del personale che prevede nel corso dei prossimi anni 155 posti di lavori che saranno coperti attraverso la predisposizione di bandi di concorso a graduatoria aperta da cui attingere anche per ulteriori assunzioni successive.
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«Non un fatto scontato – ha detto il Sindaco Giuseppe Falcomatà – come non era scontato il salvataggio di 300 posti di lavoro dell’Atam, a rischio liquidazione, gli ex 50 dipendenti della Multiservizi, confluiti nella società in house del Comune, «Castore», che diventeranno 110 a regime, con lo scorrimento delle graduatorie, né scontata era la stabilizzazione di 104 lavoratori socialmente utili, che da circa 20 anni prestavano servizio negli uffici comunali e rischiavano di essere licenziati».
Nel dettagli i piani di assunzione dell’ente sono stati illustrati dai vicesindaci, del Comune, Armando neri, e della Città Metropolitana, Riccardo Mauro.
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«Un risultato – ha spiegato Armando Neri – frutto di una attenta programmazione del personale e una oculata gestione delle risorse economiche».
«Si tratta del più grande piano di assunzioni in una Pubblica amministrazione negli ultimi vent’anni», ha sottolineato il sindaco Falcomatà, che ha fornito i dati del personale dipendente del Comune di Reggio Calabria, passato dalle 1.063 unità del 2011 alle 854 del 2017, con una dotazione che è pari al 50% del fabbisogno, mentre la Città Metropolitana, ex Provincia, è passata dai 906 dipendenti del 2011 ai 545 del 2017. Una riduzione del 50%, «che – è stato detto – rischia di peggiorare ulteriormente con i pensionamenti determinati dall’adesione a quota 100 ed i prossimi che seguiranno, considerando che l’età media dei dipendenti dei due Enti si attesta su una media di 55 anni».
«Mettiamo in atto – ha detto ancora il Primo cittadino – quello che è stato il nostro motto fin dall’atto del nostro insediamento, cioè concretizzare nella nostra città l’idea che va avanti chi conosce qualcosa e non chi conosce qualcuno. E non si tratta, si badi bene, di una mossa elettorale. Questo tipo di azioni risultano, anzi, molto impopolari perché saranno più le persone che rimarranno scontente rispetto a quelle che saranno soddisfatte. E sappiamo bene che questi concorsi non potranno soddisfare il bisogno di lavoro di questa città. Si fanno ora perché c’è stata ora la possibilità di farli. Ci aspettiamo migliaia di domande. Saranno concorsi aperti a tutti e in cui ciascuno si potrà giocare la propria ‘partita’ e mettere in atto le proprie competenze, gli studi ed il proprio percorso di formazione. Sgomberiamo il campo, dunque, da qualsiasi dubbio».
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