Il tribunale di Reggio Calabria
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – L’Ordine dei commercialisti di Reggio Calabria e la presidenza del Tribunale hanno presentato un progetto, denominato «Lavora con noi», destinato all’assunzione di disoccupati nelle aziende sottoposte a misura di prevenzione, sequestro o confisca del bene.
I particolari del progetto sono stati illustrati dalla presidente del Tribunale Maria Grazia Arena, dalla presidente della sezione Misure di prevenzione Ornella Pastore, e dal presidente dei commercialisti reggini Stefano Poeta. Una risposta eloquente a tutti quelli che continuano a credere che l’azione dei giudici nella città dello Stretto porti un freno all’economia ed ai posti di lavoro.
«La sinergia fra magistratura e commercialisti – si legge in una nota – ha portato alla formazione di un elenco di nominativi di soggetti disponibili ad essere assunti nelle aziende in amministrazione giudiziaria, a seguito di provvedimenti di sequestro o confisca penale o di misura di prevenzione patrimoniale. Sono molte le aziende che vengono censurate da misure patrimoniali, spesso necessitano di personale specializzato, e non, da assumere. In questo contesto, magistratura e commercialisti hanno deciso di puntare ad una selezione trasparente del personale che permetta a tutti coloro che sono interessati di potervi partecipare».
Mariagrazia Arena ha sottolineato come il metodo adottato sia un «sistema di trasparenza che assicura un selezione oggettiva della forza lavoro. E’ una opportunità data ai giovani di questa terra disastrata di avere un lavoro, senza la politica clientelare che ha afflitto questa terra per secoli».
Anche Poeta ha detto «che Reggio Calabria sta lanciando una indirizzo nuovo e che vogliamo trasferire anche ad altri ordini e tribunali».
Ornella Pastore, ha sottolineato come «sarà importante far sì che i nostri amministratori siano agevolati nel loro lavoro, considerato che non sempre si trovano coloro che vogliano lavorare per lo Stato. Far sì che queste aziende possano continuare a stare sul mercato e a sopravvivere perché non è vero che le aziende, una volta intervenuto il sequestro chiudono. È vero, invece, che si riesce a rimanere sul mercato e dare lavoro e occupazione a tanta gente».
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