Il momento dell'inaugurazione della diga del Menta
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – Dopo decenni «Reggio Calabria ha oggi, finalmente l’acqua che meritava. È una giornata storica».
È molto soddisfatto il governatore Mario Oliverio che questa mattina, a Reggio Calabria, insieme al sindaco Giuseppe Falcomatà, ha attivato l’impianto di potabilizzazione dell’acqua del Menta.
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Si tratta di un impianto che consentirà di fornire acqua potabile all’intera comunità reggina. L’opera è stata realizzata grazie ad uno stanziamento di 25 milioni (dopo che ne erano già stati spesi 220 milioni negli anni passati), con 65 km di condotte, 10 tronchi funzionali, 50 nodi di interconnessione e 35 serbatoi.
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«È stato un lavoro silenzioso, ma come tutte le azioni fatte senza proclami, si è arrivati ad un grande risultato» ha detto Oliverio che poi ha chiesto scusa per i 40 anni di inadempienze «che hanno fatto soffrire i reggini. Lo faccio – ha aggiunto – perché abbiamo il dovere di far sì che le istituzioni affrontino i problemi reali delle comunità».
Dopo la benedizione al grande impianto di Armo, sulle colline di Reggio, da parte dell’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria Giuseppe Fiorini Morosini, Oliverio e Falcomatà hanno incontrato i familiari di un operaio di 32 anni, Aldo Ferraro, morto durante i lavori al sistema del Menta.
«Vivo questa giornata con sentimenti contrastanti. È la fine di un incubo per i reggini – ha dichiarato Falcomatà -. Le famiglie reggine non dovranno più organizzare la loro vita in base a quando c’è l’acqua, ma in funzione delle proprie necessità. È una piccola grande rivoluzione che ci permetterà, gradualmente, di dismettere l’impianto di dissalazione che serviva al trattamento dell’acqua tirata dalle decine di pompe di sollevamento della città, con un risparmio annuo di 2 milioni di euro».
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