Il ministro per il Sud Barbara Lezzi in visita a Gioia Tauro
3 minuti per la letturaGIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, prosegue il suo viaggio in Calabria facendo tappa in quella che dovrebbe essere il volano per l’economia calabrese ma che per il momento resto una promessa mancata: il porto di Gioia Tauro.
Il ministro durante la sua visita ha messo in luce come «tutti abbiamo chiaro che qui, come altrove, la ‘ndrangheta è forte e pervasiva. Senza legalità e dunque, libertà per lavoratori e imprenditori, crescita e sviluppo saranno azzoppati. Lo Stato e questo governo devono fare la loro parte, fino in fondo».
Barbara Lezzi ha poi aggiunto, in un post su Facebook, che la sua presenza a Gioia Tauro è dovuta alla volontà di «vedere dal vivo l’area portuale e confrontarmi con lavoratori, sindacati e realtà imprenditoriali. Questa infrastruttura oggi è fortemente sottoutilizzata, ma ha un potenziale enorme che può essere strategico non solo per la Calabria e il Sud, ma per tutto il Paese».
Inoltre, la Lezzi, ha precisato di voler «verificare perchè non vengono mantenute le promesse fatte sugli investimenti e su come sta agendo l’Agenzia per il lavoro, dove sono stati collocati 377 portuali. Anche rispetto al commissariamento dell’autorità portuale, è necessario che dopo anni questa fase venga superata in favore di una direzione a forte impronta manageriale».
Nel corso della giornata di ieri, invece, il ministro per il Sud ha avuto il primo faccia a faccia istituzionale con il governatore Mario Oliverio. Un incontro durante il quale è giunta la rassicurazione sul non ritardo calabrese nell’attuazione del programma di spesa delle risorse europee: «ci sono diverse regioni in ritardo – ha detto la Lezzi – la Calabria invece è già a un buon punto».
Del resto la recente sessione di luglio del Comitato di sorveglianza del Por, almeno nel quadro generale, aveva lasciato un’immagine dinamica con oltre l’83% delle procedure avviate, il 33,3% degli impegni finanziari assunti e il 9,2% dei pagamenti effettuati in un contesto in cui il fondo di sviluppo (Fesr) è più avanti di quello sociale (Fse). Il target di spesa annuale per evitare il disimpegno automatico di risorse è di circa 360 milioni di euro e, tuttavia, la fetta da certificare nei prossimi cinque mesi rimane piuttosto consistente. La guardia non può essere quindi abbassata. Nel vertice di oltre tre ore, tenutosi al decimo piano della Cittadella, con la Lezzi scortata dalle figure apicali del ministero, si sono affrontati i livelli di avanzamento dei singoli assi del programma operativo regionale che scade nel 2020, in particolare: l’infrastrutturazione della banda larga, le politiche attive sul lavoro, le risorse sull’edilizia scolastica e sanitaria e quelle sui trasporti. Ma è stata la promessa di incrementare la quota di spesa ordinaria statale in conto capitale quella su cui ha puntato molto il ministro pugliese facendone una sorta di bandiera nel tour lungo tutte le regioni meridionali, in cui la Calabria è stata tappa ieri e lo sarà anche oggi con la visita a Gioia Tauro.
«La Calabria, come tutto il Sud, ha bisogno di una massiccia dose di investimenti della quota ordinaria che oggi è sotto il 29%. Bisognerebbe arrivare – promette – al 34% per tutto il Sud, anche perché è un criterio che si basa sulla popolazione».
La posizione del ministro è piuttosto intonata con un cavallo di battaglia storico della Svimez, la famosa clausola del 34% degli investimenti, mai attuata da nessun esecutivo nazionale. Sul punto anche il presidente Oliverio, dopo aver incassato la promozione ministeriale sui fondi comunitari «siamo avanti e con un buon passo», vede di buon occhio l’intenzione del governo, almeno dal lato del Movimento Cinque Stelle, di amalgamare meglio le quote di investimenti fra i diversi territori del Paese, utile «per evitare che ci sia uno squilibrio» che evidentemente le risorse comunitarie (che dovrebbero essere risorse aggiuntive) non riescono da sole a riallineare. Un primo assaggio di strumenti tesi in questa direzione potrebbero vedersi nella prossima legge di Stabilità. E se su questa forma di redistribuzione avrà da ridire la Lega, l’alleato di governo dei Cinquestelle, Lezzi ha ricordato la forte interdipendenza fra Nord e Sud e che far ripartire il meridione «sarebbe un risultato assolutamente storico».
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