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Il porto di Gioia Tauro

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GIOIA TAURO (RC) – «Il contesto generale in cui ci muoviamo è quello dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento della temperatura delle nostre acque, perché c’è una tropicalizzazione del Mediterraneo e nell’ambito di questo contesto di studio di specie di nuova introduzione, le cosiddette specie aliene, nel corso dei nostri monitoraggi abbiamo rinvenuto nel porto di Gioia Tauro una microalga di origine cinese, tipica del sud della Cina, verosimilmente introdotta con acque di zavorra di una delle tante navi che attraccano nel porto di Gioia Tauro».

Lo rivela il biologo Emilio Cellini, che dirige il Centro Regionale Strategia Marina dell’Arpacal. «È la prima volta che questa specie viene segnalata nel Mediterraneo – afferma Cellini – e stiamo realizzando una pubblicazione scientifica perché venga poi segnalata la presenza, come da procedura del Ministero».

Ma questa presenza ci deve preoccupare? «Sicuramente ancora no, – dice Cellini – queste specie arrivano attraverso il canale di Suez, nelle acque di zavorra delle navi, ma se dovessero trovare ambienti favorevoli per il loro sviluppo, chiaramente aumenterebbero in concentrazione, entrando in competizione con altre specie, ma questi processi richiedono molto tempo».

La competizione tra specie diverse è nella norma. È già successo perfino con le vongole. «Nel tempo, sicuramente aumenteremo la biodiversità. C’è un principio scientifico, non facile da spiegare: queste specie che si introducono entrano in competizione con altre specie – spiega il biologo – e talvolta prendono il sopravvento. Per esempio, la vongola verace, la ‘Tapes philippinarum’, e il nome la dice lunga, proveniente dalle Filippine, è in realtà la vongola ‘verace’ che troviamo oggi in tutti i nostri piatti, perché ha soppiantato la vongola che era tipica del Mediterraneo».

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Stefano Mandarano

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