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Lo Stretto di Messina

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REGGIO CALABRIA – Il fondale marino dello stretto di Messina è un tappeto di rifiuti, tanto fitto che ci si potrebbe camminare sopra senza toccare la sabbia. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall’università di Barcellona, il tratto di mare che divide Sicilia e Calabria ha il record mondiale di rifiuti sul fondale marino, con una densità che in alcuni punti supera il milione di oggetti per chilometro quadrato.

Lo studio è stato condotto in collaborazione con il Joint Research Centre (Jrc) della commissione europea e vede coinvolti diversi enti italiani, come l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), la stazione zoologica Anton Dohrn, l’università di Cagliari e l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs).

Plastiche, metalli, vetro, ceramica, attrezzature da pesca, tessuti e carta sono tra i materiali più abbondanti nello stretto di Messina. Lo studio indica come i rifiuti stiano aumentando nei fondali marini di tutto il mondo: in alcuni casi la loro densità sarebbe addirittura paragonabile a quella delle grandi discariche presenti sulla terra ferma.

Secondo gli esperti questo trend è destinato a continuare, tanto che entro i prossimi 30 anni il volume dei rifiuti marini potrà superare i tre miliardi di tonnellate.

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