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REGGIO CALABRIA – Il covid porta un’altra impennata di decessi e contagi nell’area metropolitana. Una nuova dichiarazione di guerra, quella che si legge nel bollettino regionale di ieri, che annuncia 4 morti (8 in due giorni) e 167 nuovi casi.
Tutti i pazienti deceduti non erano vaccinati così come non lo sono tutti gli attuali pazienti ricoverati in Terapia intensiva. I numeri comunque confermano che il virus e la sua variante Delta sono più forti che mai, a dispetto del calo di nuovi positivi riscontrato negli ultimissimi giorni.
Ed è la conferma che il virus uccide più che mai, soprattutto persone non vaccinate e anche persone ancora giovani e senza patologie pregresse. Il totale dei decessi su Reggio e provincia sale a 371, numero probabilmente destinato ad aumentare ulteriormente. Tra trasferimenti, morti, dimissioni per guarigioni, il Gom ricomincia in qualche modo a respirare dopo l’emergenza di qualche giorno fa.
L’ospedale metropolitano, infatti, continua a svuotarsi dal giorno dei primi spostamenti a Gioia Tauro e Catanzaro. I nuovi pazienti covid continuano a essere accolti, poi in base al loro stato di salute i medici valutano se mandarli altrove se c’è la possibilità. I malati di covid degenti nel nosocomio reggino sono ora 77 (71 in reparto e 6 in Terapia intensiva), un numero sempre troppo alto considerando la gravissima carenza di personale che affligge il Gom.
Oltre agli ospedalizzati, stanno lottando col coronavirus pure 2.271 soggetti in isolamento domiciliare. I casi attivi – cioè le persone attualmente positive – sono in tutto 2.348 e, nonostante l’incremento dei contagi, si mantengono stabili grazie a 160 nuovi negativizzati. Il quadro epidemiologico generale resta abbastanza serio. Parecchi paesi sono alle prese col coronavirus, in particolare nella Locride che continua a essere terra da “zona rossa”. In lockdown, da appena tre giorni, c’è anche San Luca e a tal proposito arriva una precisazione relativa al santuario di Polsi, ricadente nello stesso centro: «In merito all’ordinanza regionale che ha istituito la “zona rossa” nel comune di San Luca fino a tutto il 18 settembre – informa il rettore don Tonino Saraco – non vi è alcuna diversa disposizione riguardante l’area del Santuario di Polsi. Fino a tale data sono sospese le attività del santuario, comprese le celebrazioni previste per il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Croce». Il rettore del santuario di Polsi invita, quindi, i fedeli «a riprendere i pellegrinaggi per la visita alla Madonna dopo il 18 settembre, salvo ulteriori novità. Poniamo con fiducia le nostre preghiere ai piedi della Madonna di Polsi, Madre del Divin Pastore, chiediamole di intercedere presso il suo Figlio Gesù – conclude Saraco – affinché ci liberi da questa pandemia e da tutti i mali».
Nell’area tirrenica resta preoccupante la situazione nel comune di Gioia Tauro, che peraltro piange l’ennesima vittima del virus: «Un’altra nostra concittadina – così l’amministrazione comunale riferendo di 179 casi attivi – è deceduta causa covid-19 e siamo arrivati a 16 dall’inizio della pandemia. L’unica arma di contrasto al Covid-19 è il vaccino».
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