Il presidente Spirlì con i militari impegnati a Taurianova
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – E’ arrivato in Calabria il team sanitario dell’Esercito che contribuirà alla campagna vaccinale anti-Covid a favore di over 80 e persone fragili. I militari opereranno nelle zone più remote della regione.
Il presidente della Giunta regionale, Nino Spirlì, accompagnato dal generale Saverio Pirro, inviato dalla struttura commissariale nazionale, e dal colonnello Alfonso Zizza, coordinatore dell’operazione Eos per la regione Calabria, stamattina ha incontrato, al centro vaccinale di Taurianova, l’ufficiale medico e i due sottufficiali infermieri che compongono il team inviato dal Comando operativo di vertice interforze della Difesa.
Il team, la cui attività inizierà lunedì 19 aprile, opererà a domicilio, in coordinamento con le istituzioni sanitarie regionali e in stretta collaborazione con la Protezione civile locale.
Spirlì ha dichiarato: «Ringrazio il commissario Figliuolo per la disponibilità dimostrata nel voler rafforzare il dispositivo sanitario regionale. La campagna vaccinale calabrese migliora sensibilmente e, soprattutto, si conferma il gemellaggio con il ministero della Difesa e con l’Esercito. Un rapporto, questo, che dura ormai dal mese di novembre, da quando, dopo i primi contatti con il colonnello Zizza, è stato realizzato il grande ospedale militare a Cosenza, che oggi funge da centro di vaccinazione e che, probabilmente, nelle prossime settimane potrebbe recuperare ancora una volta la sua destinazione primaria».
«Su mia richiesta – ha aggiunto – il generale Figliuolo ha inviato un team mobile di vaccinatori per i Comuni di area interna. In questa prima settimana, opereranno per l’Asp di Reggio e, a seguire, per le altre province che ne avranno necessità e ne faranno richiesta. È un supporto importante perché i militari si occuperanno degli ultraottantenni e dei fragili».
«Mi auguro – ha concluso Spirlì – che ci sia anche la collaborazione dei calabresi e che vengano superate tutte le resistenze sulle vaccinazioni. Ci sono giovani che lasciano le loro case e le loro famiglie per venire a operare in un territorio che ha bisogno di cure, dopo trent’anni di malaffare sanitario e dopo un commissariamento che non solo non ha prodotto alcun beneficio per questa terra, ma ha addirittura peggiorato le condizioni dei bilanci della sanità, impedendo l’assunzione di nuovi medici, infermieri e tecnici. Un sistema così indebolito ha bisogno dell’affiancamento dell’Esercito e del ministero della Difesa».
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