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Ducale, il Pd prende tempo e passa la palla a Shclein: la commissione d’accesso si riunirà dopo il G7 di Villa per non appannare l’evento


REGGIO CALABRIA – Tre indagati per scambio elettorale politico-mafioso nell’inchiesta Dda “Ducale” (sindaco, capogruppo comunale e assessore, ndr) in una città che attende l’arrivo della commissione (rumors molto accreditati la danno in arrivo immediatamente dopo il G7 di Villa del prossimo 16 luglio, proprio per non appannare il grande evento, ndr) ed una posizione molto attendista sulla questione morale.

Quest’ultima sembra essere lo status attuale del Pd che, riunito in direzione regionale a Lamezia Terme alla presenza del segretario regionale Nicola Irto, sceglie, legittimamente, di godersi il momento d’oro del partito con l’analisi del voto alle Europee ed alle amministrative: «Siamo il primo partito del Mezzogiorno e con risultati a macchia di leopardo in Calabria. Il voto alle amministrative ha registrato anche la straordinaria vittoria di Vibo Valentia dopo 20 anni, una vittoria che ci dice che un’alternativa alla destra è possibile, è possibile in Italia, in Europa ed è possibile in Calabria».

Confortante, secondo Irto, anche il dato elettorale in provincia di Cosenza, «che è estremamente positivo». Ovviamente per il partito resta centrale e prioritaria la madre di tutte le battaglie, ovvero la lotta contro l’autonomia differenziata: «Serve una battaglia meridionalista e da sud, serve una battaglia calabrese. Noi siamo stati i primi, siamo stati netti e duri, continueremo a farlo, continueremo a farlo con la raccolta firme, lo faremo con l’impegno collettivo e pubblico. Sono inaccettabili e ridicole le giravolte di Occhiuto, che prima vota la legge che poi contesta. Noi siamo coerenti».
Accanto a questa che è una vera e propria battaglia identitaria del Pd calabrese, per Irto è altrettanto basilare la riorganizzazione territoriale del partito. Alla direzione del partito infatti il segretario ha detto: «Abbiamo un tesoro enorme che va messo a sistema fin da ora per costruire un alternativa ad Occhiuto: la maggioranza dei comuni calabresi è governata dal Pd e dal centrosinistra questo va valorizzato senza perdere tempo».

Al dibattito, però, non ha trovato spazio la questione morale reggina nonostante la presenza del segretario della Federazione metropolitana del Pd reggino, Antonio Morabito e del portavoce politico di Falcomatà, il consigliere regionale Giovanni Muraca in assenza dello stesso sindaco.
Sembra, dicono i dem, che tutto dovrà passare dalla prossima convocazione di un’assemblea del partito reggino nella città dello Stretto.
Ma chi si siederebbe al tavolo reggino per analizzare la questione e l’opportunità di staccare la spina o di chiedere al sindaco & Co. di dimettersi o di compiere un passaggio utile e di natura morale (e non moralizzante) al partito?

Forse lo stesso sindaco Falcomatà, o il capogruppo Sera, o l’assessore Battaglia o forse gli altri consiglieri Pd citati nell’ordinanza, ma non indagati, che questuavano voti al faccendiere politico degli Araniti?
Un mistero della fede che forse potrebbe sciogliere solo il segretario nazionale Elly Schlein.
Perchè la tendenza regionale, a dire il vero, sembra essere quella di non prendere posizione a meno che l’input non venga direttamente da Roma.
L’obiettivo sembra essere quello di prendere tempo e la strategia quella di far scemare la vicenda giudiziario-mediatica e rimanere affacciati alla finestra aspettando che si fermi l’onda mediatica e quella delle procure.
Il verbo più gettonato è “aspettare”.

L’attesa potrebbe portare anche ad una naturale conseguenza, con le dimissioni dei tre dem indagati una volta incaricata la commissione d’accesso (appunto dopo il 16 luglio).
Inoltre “congelare” ogni decisione vorrebbe dire “non guastarsela con nessuno” anche perchè dalle macerie dei gruppi dem che sopravviveranno sarà possibile portare a casa e recuperare pacchetti di voti rimasti senza un riferimento politico. D’altra parte a gesti plateali, soprattutto in campo morale, la politica regionale non ha ancora mai abituato i cittadini calabresi.

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