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Nell’inchiesta “Ducale” emergono le telefonate tra “Danielino” Barillà e il consigliere regionale Giovanni Muraca e le fazioni del Pd
REGGIO CALABRIA – Una sfilza di indagati per scambio elettorale politico-mafioso di tutto rispetto e di tutti i colori politici dentro l’inchiesta “Ducale”: dal sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, al consigliere regionale di Fdi, sospesosi dal partito, Giuseppe Neri, dal capogruppo comunale del Pd Giuseppe Sera all’ex senatore Giovanni Bilardi, eletto nel 2013 con il Grande Sud, dall’assessore comunale di Reggio Calabria Domenico Battaglia detto “Mimmetto“, del Pd, all’attuale consigliere comunale della Lega Mario Cardia che all’epoca dei fatti militava nelle file del centrosinistra con la lista “S’intesi”, collegata al candidato sindaco Pd Giuseppe Falcomatà.
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Le oltre 1400 pagine dell’ordinanza dell’inchiesta sono una miniera di informazioni sul modus operandi della politica locale ed una cartina di tornasole paradigmatica dei rapporti spregiudicati che le stesse ‘ndrine avevano nei confronti dei soggetti politici cittadini che da loro si recavano in reverenda processione. Il regista dell’operazione, Daniel Barillà, genero del presunto boss Domenico Araniti e già segretario del circolo del Pd di Gallico testimonia spesso all’interno degli atti dell’ordinanza la complessa strategia elettorale decisa dalla cosca che lo portava alla contestuale scelta di più candidati da appoggiare, avendo tuttavia ben presente il candidato vincente su cui convogliare il maggior numero di voti.
Strategie e doppie facce
I candidati (poi effettivamente eletti), saranno rappresentati, per le elezioni regionali del 2020 e 2021, da Giuseppe Neri (Fdi, coalizione di centrodestra) mentre, in ambito comunale, l’appoggio preponderante andrà, scrivono gli inquirenti, al candidato consigliere comunale Peppe Sera. Gli ulteriori candidati appoggiati – annota l’ordinanza- sempre sotto la direzione di Daniel Barillà – saranno, durante le elezioni regionali del 2021 Domenico Battaglia e, in misura minore, Giovanni Muraca entrambi di centrosinistra.
DENTRO LE FAZIONI DEL PD: tra la corrente di Mimmetto Battaglia e quella di Falcomatà
La strategia di Barillà gli consente di coniugare, con disinvoltura ed attraverso calcoli quasi scientifici, la scelta di puntare sul candidato vittorioso, nel caso di Peppe Neri, tenendo però una posizione ufficiale che non consentisse la riconduzione immediata dei voti espressi dalla cosca a quest’ultimo dichiarando più volte il proprio voto a favore di Domenico Battaglia, senza incrinare i rapporti ormai instaurati con il sindaco Falcomatà e, per tale motivo, dirottando una manciata di voti anche sul candidato prescelto da quest’ultimo, ovvero Giovanni Muraca.
Il Pd tra Battaglia e Muraca
L’intento di Barillà per le elezioni regionali del 2021, era quello di apparire all’esterno come sostenitore del candidato Mimmo Battaglia per le ragioni storiche che lo legavano a quest’ultimo, per poi muoversi liberamente per procacciare voti a favore di Neri, senza attirare le attenzioni investigative dopo la discovery delle conversazioni di Antonino Creazzo nel procedimento Eyphemos, dalle quali emergeva il legame tra la cosca Araniti e Peppe Neri. In realtà, Barillà non aveva mai creduto che Battaglia potesse essere eletto, tant’è che aveva deciso di sostenere soprattutto Neri tuttavia, non intendeva recidere i rapporti con il csx di Battaglia, poiché la sua reale politica era quella di lasciare sempre una porta aperta. Per lo stesso motivo e per non compromettere il legame con il sindaco Falcomatà aveva quindi deciso di distribuire una parte del suo pacchetto di voti a favore del candidato scelto da quest’ultimo, appunto Muraca, poliziotto e portavoce politico di Falcomatà (ad esempio per la composizione della giunta comunale nata a gennaio 2024).
Regionali 2021: nel Pd Battaglia versus Muraca
La candidatura di Battaglia non fila liscia per via della concorrenza dell’altro candidato del Pd, voluto da Falcomatà, Muraca tanto che il 02.09.2021, Barillà spiega a Battaglia che il suo unico freno, in termini di impegno elettorale in favore di quest’ultimo, era rappresentato da Falcomatà. Battaglia chiariva di aver già discusso, con ilsindaco al quale aveva detto: «Premesso che non mi voti, perché stai candidando a Muraca, non mi devi rompere í coglioni sulle cose che…. siamo qua… e su … e sugli amici miei, che tu sai a chi mi riferisco…». Per tutta risposta il sindaco, a dire di Battaglia, si era limitato a sorridere.
La conversazione tra Muraca e Barillà
È’ il 14.09.2021, lo stratega politico della cosca Araniti, Barillà discute con il candidato alle regionali del PD Giovanni Muraca. Barillà specifica al suo interlocutore che sebbene il suo voto sarebbe andato in favore di Mimmo Battaglia indirettamente stava anche supportando la sua candidatura. Proprio i rapporti Battaglia/Muraca sono al centro del successivo tratto di intercettazione.
Nello specifico, i due interlocutori discutevano di un possibile passo indietro da parte del Battaglia e della possibilità di favorire un accordo proprio in tale ordine di idee. Al riguardo Daniel Barillà sosteneva: «io posso dire la mia, ma poi eventualmente l’accordo politico dovete farlo voi» specificando che «ieri parlando con Falcomatà gli aveva suggerito qualcosa nel merito». Interessante la risposta di Muraca il quale affermava: «Il Comune è l’idea, è chiaro». Tornando alla conta dei voti, Daniel Barillà si diceva convinto del fatto che se Mimmo Battaglia avesse “liberato” il gruppo di Peppe Sera si sarebbero ottenuti «ottocento voti in più sono… per te». A mo’ di esempio quantificava il gruppo di Checco Scopelliti a Catona che supporta Battaglia ma se liberati avrebbero votato Muraca, e poi aggiunge «sulla città molti degli accordi di Mimmo sono i miei portando ad esempio l’imprenditore Ignazio Borruto (anche lui impigliato nell’operazione Ducale, ndr) che «è mio compare» e poteva contare su 54 dipendenti».
Infine, ecco una conversazione che risulta di particolare interesse per capire le dinamiche interne al Pd e l’espansione della corrente di Falcomatà nei confronti del vertice regionale del Pd guidato da Nicola Irto. Parlano al telefono Muraca e il pupillo degli Araniti, in cui il rampantismo della nuova corrente che vuole “mettere mano” al partito trova sponda aperta in Barillà…
- BARILLÀ: … io… facciamo in questo modo… io, pomeriggio lui… penso che sia lì… che mi aspetta ovviamente come il pane da due giorni… e vediamo che mi dice, perchè lui basterebbe sai soltanto, che liberasse me… diciamo, definitivo, diciamo… che liberasse… eh… il gruppo di Peppe SERA… e già… tieni conto che 800 voti in più sono… per te. E che per te ottocento voti, fanno in città…
- MURACA: con 800 voti; noi gli mettiamo mano vedi… che sono terrorizzati…Irto sta incominciando a fare come il pazzo.
- BARILLÀ: eh, eh… eh, eh, eh… capito?
- MURACA Giovanni: non hai capito che qua… possiamo mettergli mano …..e poi fare un ragionamento logico…
- BARILLÀ: va boh, Giovanni, ma guarda guarda tu sfondi una porta aperta! Perchè io personalmente… sennò, senno ci… se non avessi quest’affetto con Mimmo… cioè… anche se tu, non mi chiedessi niente… io ti avrei lo stesso votato! Perchè, eh… ih… non per amor tuo, ma perché gli altri mi stanno sul culo! E io sono del PD da una vita e non li ho mai tollerati! Quindi la sfida è questa. Con o contro IRTO, e devo dirti che contro ne ha parecchi… okay? Il problema che i parecchi contro votano Mimmo! Quindi questo. Se tu riesci… riesci a prendere la fetta che è di Mimmo diciamo….
- MURACA: noi stiamo prendendo una grossa fetta dappertutto e stiamo andando bene…
Alla fine della competizione regionale ci avrà visto lungo Barillà perchè Battaglia è il grande trombato delle regionali mentre Muraca con 5.868 voti è il primo dei non eletti nella lista del “Pd” della circoscrizione Sud. Subentra, un pò paradossalmente alla lettura delle intercettazioni, proprio al consigliere Nicola Irto, eletto al Senato della Repubblica.
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