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Omicidio a Bovalino, la vittima nel 2007 coinvolto nell’operazione Stupor Mundi: Polifroni nel gruppo di fuoco della cosca Spagnolo di Ciminà


BOVALINO – Giancarlo Polifroni, l’uomo ucciso nei pressi della sua abitazione a Bovalino era stato coinvolto e tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Stupor Mundi” 1 e 2 che risalgono al mese di maggio del 2007. L’inchiesta riguardava le famiglie del mandamento jonico della provincia di Reggio Calabria, come gli Spagnolo-Polifroni-Murdaca di Ciminà, Marando e Trimboli di Platì, i Giorgi di San Luca e i Gallace e Leotta di Guardavalle.
Con 40 arresti e con il sequestro di cocaina per un valore commerciale di circa 60 milioni di euro. Le indagini consentirono di comprovare i rapporti tra la ‘ndrangheta e i cartelli colombiani produttori di cocaina.

La notevole dimensione del traffico era desumibile dalla dimostrata capacità degli arrestati di acquistare fino a 3 tonnellate di stupefacente allo stato puro direttamente dalla Colombia, che giungevano attraverso l’Olanda in Piemonte ed in Lombardia. In quelle indagini Polifroni venne inquadrato come facente parte del gruppo di fuoco legato al boss Antonio Spagnolo, di Ciminà, definito dagli investigatori un capocosca. Un gruppo di fuoco capeggiato da Michele Franco ed appunto Giancarlo Polifroni.

OMICIDIO POLIFRONI A BOVALINO, CHI ERA LA VITTIMA

Le spedizioni di cocaina provenienti dal Sud America venivano effettuate tramite l’Olanda e poi nel nord Italia, soprattutto nei mercati del Piemonte e della Lombardia, dove vennero individuati i presunti responsabili dello smercio al dettaglio, Bruno Polito e Giuseppe Morabito.
Di particolare interesse la figura di Polifroni, già colpito da altre due ordinanze di custodia cautelare, che trascorse una lunga latitanza tra il Belgio e l’Olanda, con puntate in Calabria nel periodo estivo e con proiezioni con le cosche dello Ionio catanzarese e del vibonese, oltre che della locride.

L’operazione aveva preso le mosse da un’altra, inchiesta denominata ‘Igres’, condotta negli anni scorsi dalla Finanza con 53 provvedimenti di custodia cautelare. Inchiesta che disegnò i rapporti tra la famiglia del siciliano Mariano Agate e quella dei Marando-Sergi, sotto la regia dei Pannunzi. Clan legati al noto Roberto Pannunzi, il più grande broker della cocaina in Sudamerica, ritenuti organizzatori principali del traffico di cocaina dalla Colombia in Europa. Quaranta furono le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip antimafia di Reggio Calabria contro i presunti appartenenti all’organizzazione criminale.

Il traffico di droga era gestito da cosche di Platì, Ciminà e Guardavalle. Nel processo che si celebrò a Locri, Giancarlo Polifroni venne condannato a 14 anni e sei mesi di carcere. Pena poi ridotta in appello. Dopo aver trascorso alcuni anni in carcere era ora collocato agli arresti domiciliari. Li stava scontando nella sua abitazione di Bovalino, dove qualcuno ha messo fine alla sua vita.

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