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Tentato omicidio a Montebello Jonico, un colpo di pistola raggiunge il collo di un 35enne che resta gravemente ferito


MONTEBELLO JONICO – Spari nella notte a Montebello Jonico. Un uomo di 35 anni, due notti fa, gravemente ferito al collo con un colpo di arma da fuoco. Si tratta di Paolo Azzarà, residente a Motta San Giovanni. Azzarà nell’immediato soccorso e trasportato in macchina da un amico all’ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo, dove il personale del pronto soccorso, preso atto delle gravissime condizioni in cui versava, ma dopo averlo stabilizzato ed intubato, ha disposto l’immediato trasferimento nel reparto di terapia intensiva del Gom di Reggio Calabria.

Non si conosce la dinamica dell’episodio: forse sarebbe avvenuto al termine di una lite sulla quale, adesso, indagano i carabinieri che hanno già interrogato l’uomo che lo ha accompagnato in ospedale. Ignota allo stato l’identità dell’attentatore, sulla quale i carabinieri hanno avviato le indagini, in attesa di acquisire la testimonianza della vittima.

TENTATO OMICIDIO A MONTEBELLO JONICO

Avvertito il pm di turno, in attesa di poter interrogare anche il ferito, i carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica del tentato omicidio cercando riscontri rispetto alle dichiarazioni dell’amico che lo ha soccorso.
Di fatto le condizioni di Azzarà restano preoccupanti. La ferita al collo, potrebbe mettere a rischio non solo la sua vita, o potrebbe anche causare la paralisi degli arti nel caso in cui sia stata compromessa la colonna vertebrale.

Per quanto riguarda il contesto in cui è maturato il fatto di sangue, ancora è troppo presto per avere un’idea precisa. A causa delle frequentazioni di Azzarà, però, gli inquirenti non escludono che dietro il ferimento possa esserci una questione di droga. Il suo nome, alcuni anni fa, è comparso nell’inchiesta “Random” della Dda su un traffico di stupefacenti gestito da un’organizzazione criminale che operava a Reggio Calabria e in provincia. I pm avevano registrato alcune telefonate tra Azzarà, che non era indagato nell’inchiesta, e un soggetto accusato di essere uno spacciatore e condannato in appello a otto di carcere.

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