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Inquirenti al lavoro sull’omicidio, prevista per lunedì l’autopsia su Antonio Bellocco ma nel frattempo si teme che si possa innescare una spirale di vendetta


SAN FERDINANDO – Qualche giornale del nord ipotizza che Totò Bellocco potrebbe essere vendicato e che la risposta potrebbe arrivare dalla Piana. Ipotesi da non escludere, vista la violenza con la quale da queste parti si regolano i rapporti conflittuali e gli omicidi.
La storia delle faide sanguinarie accadute negli anni ’70 ed ’80, ricorda anche questo e cioè che il sangue si lava con il sangue. Totò apparteneva ad una delle famiglie più importanti della ’ndrangheta del mandamento tirrenico. Suo zio Umberto Bellocco, detto “assu i mazzi” morto due anni fa è stato uno dei capi indiscussi e violenti dell’omonima famiglia di Rosarno, colui che ha battezzato la nascita della Sacra Corona Unita.

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LA FAMIGLIA BELLOCCO E LA FIGURA DI ANTONIO

Una larga famiglia quella dei Bellocco, con decine di cugini, molti dei quali oggi sono in carcere. La leadership del casato è stata assunta dalla seconda generazione. Antonio, figlio di Giulio, fratello di Umberto, morto al 41 bis, e di Aurora Spanò anch’essa tutt’ora in carcere, ha vissuto prevalentemente a San Ferdinando, paese a poco distanza da Rosarno dove i genitori crebbero ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine.

Il nucleo familiare continua a vivere lì a due passi dal porto. Poi le vicende giudiziarie e le condanne. Fino a quando Totò, condannato a 9 anni di carcere per associazione mafiosa, non venne scarcerato nel 2020. Dopo l’obbligo di residenza e la fine della sorveglianza speciale, decise di trasferirsi a Pioltello insieme alla compagna, originaria di Rosarno, dalla quale ha avuto due figlie. Ufficialmente a lavorare come dipendente di una ditta di pulizie.

L’ASCESA NEL MONDO DEL TIFO INTERISTA

Come sia riuscito ad entrare nel mondo nel tifo organizzato interista non lo si sa ancora con certezza. Anche perché la sua famiglia qui in Calabria, manifestava apertamente una fede juventina. Non a caso sull’abitazione di famiglia in Via Cesare Battisti a San Ferdinando esiste una scritta sul muro che inneggia alla squadra torinese. Certo interessi convergenti con altri uomini del tifo interista.

La sua ascesa arriva dopo l’uccisione del vecchio leader della curva Vittorio Baiocchi, ammazzato nell’ottobre di quasi due anni fa. Una morte che ha creato l’esigenza di nuovi equilibri e nuovi poteri. La gestione di una curva crea interessi enormi e business imponenti. Non solo droga, ma anche gestione di biglietti e bagarinaggio, gestione dei parcheggi dello stadio, attività commerciali e poi gadget e merchandising. Un giro enorme di danaro sul quale Bellocco si è buttato a capofitto o forse è stato fatto accomodare nel direttivo della curva interista da qualcuno che voleva sfruttare il suo illustre cognome.

OMICIDIO BELLOCCO A CERNUSCO, ORA SI TEME LA VENDETTA CONTRO BERETTA

Fatto sta, che in poco tempo divenne amico-nemico di “Berto” come veniva ribattezzato Andrea Beretta il 49enne che lo ha ucciso a coltellate dentro la Smart bianca davanti alla palestra di via Besozzi a Cernusco sul Naviglio dove si allenano diversi ultrà dell’Inter.
Beretta ha raccontato ai carabinieri che sapeva che Bellocco lo voleva uccidere e per questa ragione camminava armato. Così quando mercoledì mattina Bellocco lo andò a trovava nella palestra lui è uscito salendo in macchina immaginando che l’agguato si sarebbe potuto verificare proprio lì in via Besozzi. Può anche essere che Totò Bellocco volesse accompagnarlo in qualche altro posto e che Beretta si sarebbe opposto dando vita alla discussione e alla colluttazione che è poi sfociata nell’omicidio.

Oggi se ne dovrebbe sapere di più perché ieri pomeriggio si è svolto l’interrogatorio di garanzia di Beretta davanti al Gip di Milano. Nel frattempo, si sa che lunedì è previsto l’esame autoptico sul corpo di Bellocco. Subito dopo la salma verrà consegnata alla famiglia per i funerali che quasi certamente si svolgeranno in Calabria la prossima settimana. Ma il lavoro dei carabinieri del Comando provinciale di Milano, continua e non solo per confermare i fatti così come raccontati dall’omicida ma anche ricostruiti grazie ad alcune immagini delle telecamere di sorveglianza della palestra trasmesse sulle tv, ma soprattutto per capire meglio le ragioni dello scontro in atto tra i leader della curva interista con i suoi giri illegali e violenti.

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