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ROMA – Due membri di una banda di narcotrafficanti legata alla ‘ndrangheta sono stati estradati in Italia dal Paraguay, dopo che il 30 maggio erano sfuggiti all’arresto. La Guardia di Finanza di Bologna, in collaborazione con la Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Fiumicino e con il supporto dello Scico, ha dato corso alla cattura dei due appartenenti a un’associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
A luglio i due narcotrafficanti appartenenti alla ‘ndrangheta e oggi estradati erano stati individuati nel Paese sudamericano e arrestati dalla polizia locale unitamente ad altri due soggetti, un brasiliano e un paraguaiano. I due italiani, immediatamente espulsi dal Paese sudamericano, erano giunti all’aeroporto di Madrid il 15 luglio, dove erano stati presi in custodia dalla Polizia spagnola in attesa dell’estradizione in Italia.
Dalle indagini è emerso che rivestivano un ruolo di assoluta rilevanza nel sodalizio criminale, in quanto contigui a una pericolosa cosca di ‘Ndrangheta e uomini di fiducia (nonché cugini) del principale promotore dell’associazione, da cui avevano “ereditato” una vasta rete di contatti nel mondo del narcotraffico internazionale. Gli arresti sono avvenuti nell’ambito di una complessa indagine diretta da Roberto Ceroni della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna, durata oltre due anni, che ha portato al sequestro di 43 chili di cocaina e di hashish, 9.650 e all’arresto, in flagranza di reato, di 4 soggetti italiani.
L’indagine, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha portato anche al sequestro finalizzato alla confisca per sproporzione, di oltre 40 immobili e terreni (di cui 29 in Emilia Romagna e 13 in Calabria), di 14 autoveicoli/motocicli, beni di lusso, 44 rapporti bancari e 80 fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato di oltre 50 milioni di euro.
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