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REGGIO CALABRIA – I carabinieri del comando Provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato cinque persone su ordine del gip e richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri. Per tutti l’accusa è di associazione mafiosa. Si tratta di

  • 1. GIORDANO Filippo cl. 71 di Reggio Calabria;
  • 2. IANNO’ Sergio cl. 72 di Reggio Calabria;
  • 3. GERMANÒ Giuseppe, cl. 70 di Reggio Calabria;
  • 4. GERMANÒ Luigi cl. 74 di Reggio Calabria;
  • 5. CALLEA Salvatore, cl. 67 di Oppido Mamertina (RC).

Sono tutti appartenenti alle cosche cittadine “Condello” e “Rugolino” oltre che della locale di Oppido Mamertina. L’attività d’indagine trae spunto da due rilevanti fatti di sangue verificatisi a Reggio Calabria tra il 2010 ed il 2011, quale cruento epilogo di una faida tra due fazioni interne all’anima condelliana della ‘ndrangheta di Archi, che intendevano assumere l’una a discapito dell’altra il predomino criminale sulla frazione di Gallico. Il primo è occorso il 20 settembre 2010, quando fu assassinato Domenico Consolato Chirico, ritenuto esponente di primo piano della ‘ndrangheta gallicese, e genero del defunto boss Paolo Surace, a sua volta assassinato il 10 dicembre 1988 in un agguato mafioso insieme a Domenico Cartisano. Il secondo, invece, è avvenuto 12 agosto 2011, quando fu assassinato Giuseppe Canale, il cui movente – così come emerso nell’ambito di altro procedimento penale della Dda reggina – si inquadra in un chiaro contesto di criminalità organizzata e rappresenta proprio una risposta all’assassinio di Domenico Chirico.

In relazione a quest’ultimo omicidio, in una prima fase le indagini avevano condotto, il 10 novembre 2017, all’arresto dei materiali esecutori, Loielo Cristian, Figliuzzi Nicola e Callea Salvatore, e dei mandanti Giordano Filippo, Marcianò Domenico e Iannò Sergio. Successivamente, per lo stesso omicidio, il 25 luglio 2018 furono arrestati Crupi Antonino, Germanò Giuseppe e Zappia Diego. Tale accertamento è divenuto definitivo con sentenza passata in giudicato.

L’inchiesta che ha portato agli arresti di oggi ha cristallizzato gli elementi dai quali è possibile desumere in maniera fattuale l’appartenenza alla ‘ndrangheta di parte dei mandanti ed esecutori dell’omicidio e quattro dei cinque arrestati erano già stati oggetto di precedenti ordinanze cautelari in relazione ad esso. La loro posizione si è poi aggravata per sopraggiunte dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Dalle indagini, infine risulta che Salvatore Callea è esponente della locale di ‘ndrangheta di Oppido Mamertina; Sergio Iannò, avrebbe fatto parte della cosca Rugolino di Catona di Reggio Calabria; Filippo Giordano, Giuseppe e Luigi Germanò appartengono alla cosca Condello di Archi di Reggio Calabria.

Giordano, Iannò, Callea e Giuseppe Germanò si trovavano già in regime di detenzione carceraria, in quanto hanno tutti riportato condanna divenuta definitiva ad aprile 2022, come detto, proprio per l’omicidio di Giuseppe Canale. Il solo Luigi Germanò, invece, è stata oggi associato alla casa circondariale, in quanto si trovava in regime di arresti domiciliari, quale misura cautelare riportata nell’ambito dell’indagine “Metameria” per trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso.

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