L'ospedale di Gioia Tauro
2 minuti per la letturaGIOIA TAURO – Va al Pronto Soccorso dell’ospedale di Gioia Tauro per una fibrillazione cardiaca e muore in sala d’attesa. Questo il triste epilogo toccato a Giovanni Mafrici, un uomo di 52 anni residente a Gioia Tauro.
Sul suo corpo è stata disposta l’autopsia dopo la denuncia della famiglia che vuole conoscere tutta la verità. Sarà infatti l’autopsia a stabilire la causa del decesso di Mafrici, morto mercoledì sera al Pronto Soccorso gioiese. La sua salma sequestrata si trova all’obitorio del nosocomio di Polistena.
Mercoledì sera, Mafrici, sarebbe stato accompagnato al Pronto Soccorso dai familiari dopo una fibrillazione cardiaca. Appena entrato nell’unità operativa di emergenza, l’uomo è stato assistito dal personale sanitario che avrebbe contattato il 118 per trasportarlo al Gom di Reggio Calabria, intanto, gli avrebbero fatto anche il tampone e sarebbe risultato positivo al Covid- 19.
L’ambulanza da Taurianova sarebbe arrivata in tempi celeri ma a quanto sembrerebbe, gli infermieri a bordo non avrebbero avuto dispositivi individuali di protezione anti-coronavirus, così sarebbero tornati indietro per prenderli.
Nel frattempo, Mafrici, muore nel Pronto Soccorso del centro portuale, riaperto la settimana scorsa e che può accogliere accessi solo in codice bianco e verde. L’uomo avrebbe atteso invano il ritorno dell’ambulanza da Taurianova. Restano tanti i punti oscuri da chiarire per la morte di Mafrici, sposato con figli.
IL CORDOGLIO DEL SINDACO ALDO ALESSIO
Sulla drammatica sorte toccata al gioiese, interviene il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, che esprime cordoglio alla famiglia ed accusa la sanità calabrese, informando che sull’ambulanza non c’era un medico a bordo.
«Un nostro concittadino ha perso la vita – asserisce il primo cittadino – per una mancanza di una rete sanitaria sul territorio adeguata alle reale esigenze dei cittadini della Piana. Giovanni si sarebbe potuto salvare se nella Piana fosse stato presente un reparto di emodinamica per il trattamento delle sindromi coronariche acute, accompagnato da un servizio del 118 con medico a bordo distribuito in modo capillare e che consenta tempi di intervento contenuti nei 18 minuti. Ma siamo nella Piana di Gioia Tauro e questo diritto ci viene negato, nonostante le innumerevoli proteste di sindaci e cittadini rimaste inascoltate. Non si tratta più di lottare per il diritto alla salute ma bensì per il diritto alla vita».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA