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Rocco Morabito

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REGGIO CALABRIA – Il boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito è stato arrestato in Brasile in un’operazione congiunta dei carabinieri del Ros e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia, con la collaborazione di Dea, Fbi e dipartimento di giustizia statunitense.

Morabito, ricercato dal 1994, era inserito nell’elenco dei 10 latitanti più pericolosi del Viminale.

Il boss era già stato arrestato nel 2017 in Uruguay dopo 23 anni di latitanza ma due anni dopo era riuscito a fuggire dal carcere di Montevideo dove era in attesa di estradizione in Italia.

Con Morabito è stato arrestato anche Vincenzo Pasquino, latitante originario di Torino, anche lui inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi. All’indagine che ha portato all’arresto dei due hanno collaborato anche il gruppo dei carabinieri di Locri e quelli del comando provinciale di Torino.

La squadra speciale dei carabinieri, composta da circa 20 uomini, è arrivata in Brasile per braccare il secondo ricercato più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, è riuscita a far scattare la trappola e a catturare Morabito a San Paolo.

LEGGI IL PROFILO DEL SUPERBOSS PARTITO DA AFRICO

Morabito è nato ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, nel 1966, ed era considerato il “re del narcotraffico. Cugino del boss Giuseppe Morabito, detto “‘u tiradrittu”, ha gestito, secondo gli inquirenti, un gigantesco traffico di droga che dal Sudamerica si diramava verso la Sicilia, quindi la Lombardia e la Calabria, inondando l’Italia di cocaina.

Il comandate del Ros dei carabinieri, generale Pasquale Angelosanto, ha spiegato: «Il latitante in Uruguay si era costruito una seconda identità, oltre ad avere una regolare famiglia, aveva un alias ed era diventato imprenditore della produzione e del commercio all’ingrosso di soia. Questo gli consentiva anche di entrare in contatto con le autorità dell’Uruguay».

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