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TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA) – Quattro persone sono state arrestate, e poste ai domiciliari, dagli agenti della Squadra mobile e del Commisariato di Polizia di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. Si tratta della misura cautelare, decisa al termine dell’operazione denominata Shotgun, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria.
Tutti gli indagati dovranno rispondere di favoreggiamento personale nei confronti dell’ex latitante Giovanni Sposato (classe 1968), ritenuto a capo di una cosca di ‘ndrangheta.
Le indagini presero il via dopo l’operazione “Terramara-Closed”, del 2017 (LEGGI), quando Giovanni Sposato (classe 1968) si sottrasse all’arresto per poi essere arrestato un anno dopo circa. Oggi, dopo le indagini, sono stati fermati:
- FUCILE Antonino, nato a Taurianova (RC) il 4.11.1972;
- RAO Giuseppe, nato ad Anoia (RC) il 6.2.1961;
- SPOSATO Giovanni, nato ad Oppido Mamertina (RC) il 4.12.1990;
- SPOSATO Giovanni, nato ad Oppido Mamertina (RC) il 13.6.1991.
Quando Giovanni Sposato, il 7 giugno 2018, si presentò – accompagnato dai suoi parenti – al pronto soccorso di Polistena (RC) per ricevere cure mediche per problemi respiratori, gli agenti lo individuarono all’interno dell’ospedale. L’uomo non aveva alcuna intenzione di costituirsi, anzi, quello spostamento doveva avvenire il più possibile “in anonimato”, cosi come dimostrato dalla presenza dei fiancheggiatori e di alcuni familiari all’esterno della struttura ospedaliera mentre erano intenti a controllare la zona circostante e che aveva chiamato il suo legale solo quando si era reso conto della presenza della Polizia sul luogo.
Da lì in poi è stato anche possibile delineare i ruoli svolti dai vari fiancheggiatori: Antonino Fucile, pur non in rapporti di parentela con gli Sposato, era da sempre legato alla famiglia (aveva lavorato per molti anni in numerose imprese riconducibili al gruppo Sposato) e aveva messo a disposizione del boss un’abitazione di sua proprietà a Taurianova; Giovanni Sposato (classe 1990) e Giovanni Sposato (classe 1991), erano coloro che fornivano supporto al latitante, assicurando inoltre il necessario scambio di informazioni con la sua famiglia. Giuseppe Rao, invece, infermiere professionale al reparto di Cardiologia dell’ospedale di Polistena, avrebbe garantito al latitante consulti sanitari e, in occasione del suo ricovero in ospedale il 7.6.2018, si è attivato affinché egli ricevesse tutte le cure del caso in riservatezza.
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